Salvadori
Dagli esordi con Cochi Ponzoni negli anni Sessanta al grande successo televisivo, passando per tanto cinema. Renato Pozzetto ha festeggiato in questi giorni il suo ottantacinquesimo compleanno ripercorrendo idealmente una vita che ha caratterizzato la storia del nostro Paese. Una comicità rivoluzionaria per l’Italia dell’epoca, intrisa di nonsense, di musiche solo apparentemente leggere, di duetti che facevano sorridere e riflettere. Chissà se Renato ha cambiato idee perché per i suoi quarant’anni disse: ‘Per un uomo sono l’ultima spiaggia’.
Ma in cuor suo lo sapeva che non era così e lo dimostra anche oggi. Una vita, quella di Renato, che ha visto coinvolta a pieno titolo anche la Toscana, come conferma un suo grande amico sin dal 1972. Gianni Mercatali, ora apprezzato pr e organizzatore di eventi di qualità, a quell’epoca era già un re della nightlife fiorentina. "Con il conte Fabio Baldi Papini e Getulio Bravi – spiega - ero socio dell’Arcadia teatro cabaret in via Pandolfini. La sede Rai di Firenze era centro di produzione radiofonica e i giovani Cochi e Renato lì proponevano programmi. La sera provarono a esibirsi da noi dopo le esperienze al Derby di Milano e li vedemmo sbocciare: un successo strepitoso, la gente era in delirio".
Tra Mercatali e Pozzetto nasce un’amicizia vera che ha un fil rouge unificante: l’amore per la buona cucina e il buon bere. In generale la voglia di godersi i piaceri della vita. "Per spiegare come Renato sia un cultore del saper cucinare vi dico che lo andavo a trovare sul set di un film a Fregene. Lui aveva preteso un motor caravan che in realtà era una gigantesca cucina dove nelle pause si preparava i piatti dopo essere andato personalmente a fare le spesa".
Un altro aspetto di quella genialità che sia lui che Ponzoni avevano espresso in quelle serate all’Arcadia, locale trampolino di lancio non solo per loro ma anche per i Giancattivi, Giorgio Ariani e tanti emergenti. Una volta renato si esibì anche con un esponente della fiorentinità assoluta come Riccardo Marasco. Ma Pozzetto è un lombardo nell’animo che ama Milano e la sua Baveno sul Lago Maggiore. In fin dei conti è rimasto ‘il ragazzo di campagna’ per parafrasare il titolo di un suo film di successo. Ma anche se la casa di proprietà in Sardegna lo spinge verso il mare della Maddalena il tempo per passare qualche giorno di villeggiatura in Toscana c’è.
Memorabile una performance con l’amico Gino Paoli nella Tenuta Tignanello a S.Casciano val di Pesa, dove il vino supertuscan scorreva a fiumi. Oppure in Versilia dove la sua partecipazione in giuria a ‘A tavola sulla spiaggia’ è stata spesso apprezzata per la franchezza con la quale Renato si misurava con i concorrenti e gli altri giurati chef.
"Il ristoratore lo fa adesso anche lui – dice Mercatali – nella sua locanda a Laveno dove ha un ristorante che serve i piatti semplici della cucina lombarda. Pietanze gustose e non troppo elaborate che ama come quelle toscane. Se arriva da noi non manca per nessuna ragione la bistecca se è in campagna o lo spaghettino alle arselle se si trova sul mare. Un altro grande amico comune era Tognazzi ma i gusti di Ugo non sono mai stati quelli di Renato. I piatti troppo sofisticati Pozzetto non li ha mai amati e le discussioni fra loro due nelle serate che andavano in scena nella villa Tognazzi a Velletri duravano per ore".
Ancora tanti auguri al geometra mancato Renato Pozzetto, il re del "taac", Quel modo di dire tutto lombardo che è diventato un tormentone. L’ispirazione venne da un cliente che frequentava il loro bar di Milano.