OLGA MUGNAINI
Cronaca

Anche Firenze piange Re Giorgio: “Se ne va un’icona senza tempo”. In città i suoi primi passi nella moda

Lo stilista era molto legato al capoluogo: nel 1992 Morales gli consegnò il Fiorino d’Oro. Il cordoglio del governatore Giani, della sindaca Funaro e del direttore degli Uffizi Verde

Giorgio Armani con Vittoria Belvedere a Firenze

Giorgio Armani con Vittoria Belvedere a Firenze

Firenze, 5 settembre 2025 – Re Giorgio se n’è andato realizzando un ultimo desiderio: comprare la Capannina di Forte dei Marmi, un luogo della sua anima, della sua gioventù e dei suoi inizi da star della moda. Non a caso per la grande mostra alla Stazione Leopolda del 1996, invitato da Pitti Immagine, Armani fece arrivare camion di sabbia proprio dalla Versilia, che disseminò nell’intero edifico. Ma il suo legame con Firenze è ancora più antico. E’ proprio a Pitti Uomo che di fatto debutta come stilista, anche se non ancora con un suo brand.

Fu infatti Nino Cerruti ad accorgersi del geniale estro di quel giovane vetrinista che lavorava alla Rinascente di Milano. Giorgio Armani aveva studiato medicina, ma per qualche motivo si ritrovò ad allestire eleganti stand di negozi di abbigliamento. Cerruti lo chiamò a lavorare per la sua collezione, che era realizzata dalla ditta Hitma e che esponeva a Pitti Uomo.

Da lì le prime collezioni, a cui seguirono la linea di impermeabili per la Gibò di Tavarnuzze e molte altre esperienze. Fino al 1975 quando col suo compagno di allora Sergio Galeotti, di Forte dei Marmi, fonda la Giorgio Armani spa. In breve sarebbe diventato un astro sfolgorante del made in Italy. Tanto che già nel 1974 gli si erano aperte le porte di Palazzo Pitti. Nella mitica Sala Bianca, dove nel 1952 era nata la moda italiana con Giovan Battista Giorgini, anche Armani presenta per la prima volta al pubblico le sue creazioni. Per celebrare quel successo, nel 1992 Pitti Immagine organizzò una mostra dedicata a quello che era già Re Giorgio, con l’esposizione di 70 abiti disegnati tra il 1982 e il 1992, con l’allestimento di Gae Aulenti.

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Giorgio Armani con Gae Aulenti, che curò l’allestimento di una mostra di Armani con l’esposizione di 70 abiti disegnati tra il 1982 e il 1992 (Foto Archivio New Press Photo)

Nello stesso anno l’allora sindaco Giorgio Morales consegnò allo stilista milanese il Fiorino d’oro della città. Mentre nel 1996, sempre Pitti Immagine lo invita come ospite del Salone. Per l’occasione, alla Leopolda Armani è il protagonista di “G.A Story“, una sfilata-spettacolo realizzata dal coreografo e regista statunitense Bob Wilson per narrare la carriera dello stilista.

Sempre per Pitti Immagine realizzò la mostra “Latin lover“, disegnando i costumi per il ballerino di flamenco Joaquín Cortés.

Negli anni successivi ha partecipato ai vari saloni di Pitti, con la linea junior ma anche con la linea Armani Exchange. Celebre anche la sua installazione di specchi luminosi nel Cortile degli Uffizi insieme a Franca Sozzani, per celebrare la città della moda e dell’arte.

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Lo stilista Giorgio Armani con Wanda Ferragamo (Archivio Storico/New Press Photo)

“Armani è stato un personaggio di riferimento per la moda italiana - ricorda Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine –, la locomotiva dell’affermazione del sistema moda italiano in un momento in cui poi si sono affermati altri grandi stilisti. È stato il primo ad occuparsi di lifestyle, ristorazione, alberghi. È stato il più visionario. Gli dobbiamo molto sia come italiani, sia come operatori del mondo della moda. In questa città che ha sostenuto l’inizio della sua carriera, è sempre tornato con grande entusiasmo contraccambiando con la sua immensa genialità”.

A ricordarlo è anche il mondo dell’arte. Proprio il direttore degli Uffizi Simone Verde ha detto: “La moda è arte quando è pensiero, eleganza, rigore. Niente di più vero se pensiamo al re della moda: Giorgio Armani. È stato un sovrano illuminato, globale, che, grazie ad uno stile inimitabile ed alla sua classe assoluta, ha reso la donna più protagonista e l’uomo più consapevole”.

Leonardo Ferragamo, a nome di tutta la sua famiglia, sottolinea quanto Armani, maestro indiscusso della moda e simbolo di un’eleganza tutta italiana, resti “grande esempio di valori, un uomo eccezionale che ha segnato profondamente la storia della moda italiana, capace di una grande visione ed energia imprenditoriale che saranno di ispirazione continua per tante generazioni a venire”.

Messaggio di cordoglio anche dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: “Armani ha rivoluzionato la moda con semplicità e raffinatezza, trasformando il suo stile in un linguaggio universale che resterà per sempre. Il suo lavoro è stato molto più di abiti: è stato cultura, identità, passione italiana”. Il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ha aggiunto che Armani resterà “un’icona di stile, ambasciatore del made in Italy e genio innovatore che ha cambiato per sempre la moda italiana e mondiale con la sua eleganza e il suo minimalismo.

La sindaca Sara Funaro ricorda che lo stilista milanese “aveva avviato la sua carriera proprio a

Firenze, città con cui ha mantenuto sempre un legame speciale. Sarà ricordato con affetto e riconoscenza per la sua carriera straordinaria che ha portato nel mondo la creatività e la bellezza italiane”.