GABRIELE MASIERO
Cronaca

Francesco, l’uomo dietro il santo: "Radicalità e pace come cifra di vita"

Stasera ai piedi della Torre pendente l’anteprima nazionale del recital per gli 800 anni dalla morte del “Serafico“

Stasera in scena il “San Francesco“ di Michele Placido, qui di spalle a Piazza dei Miracoli di Pisa

Stasera in scena il “San Francesco“ di Michele Placido, qui di spalle a Piazza dei Miracoli di Pisa

di Gabriele Masiero

"Sono onorato di portare a Pisa l’anteprima nazionale di questo spettacolo che anticipa le celebrazioni degli 800 anni dalla morte di San Francesco d’Assisi". Parola di Michele Placido, uno dei pilastri del teatro italiano, che stasera alle 21.30 ai piedi della Torre pendente metterà in scena "Francesco", recital solenne che celebra la figura e l’eredità spirituale di San Francesco d’Assisi. Accanto a lui i Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino con pagine musicali di Mozart, Beethoven e Bach. Lo spettacolo prodotto da Aida Studio Produzioni nasce da un’idea di Elena Marazzita, con Davide Sacco autore del testo e la messa in scena di Marco Voleri.

Quanto è attuale il pensiero di San Francesco?

"Il recital non parla solo del santo, ma anche dell’uomo. Anzi del giovane che dopo avere partecipato a una guerra e avere scontato un anno di prigione ha deciso di cambiare radicalmente la sua vita. E ha fatto della radicalità e della pace la cifra della sua esistenza. Spogliandosi di tutto per entrare in dialogo con la natura e l’essenza più autentica della vita. E’ un messaggio che riguarda anche la nostra contemporaneità divorata dal consumismo".

Nel 2026 saranno 800 anni della morte di un pacifista che ha ispirato un pontefice, fin dal nome mai scelto prima in 8 secoli, per contrastare anche così quella che proprio Papa Bergoglio chiamava la guerra mondiale a pezzi. Secondo lei Papa Leone in che direzione va?

"E’ presto per giudicare. Anche Leone XIV, da papa americano non ha rinunciato a invocare la pace ma sulle dinamiche di curia forse ha intrapreso strade diverse rispetto a Bergoglio. Del resto anche la radicalità di san Francesco aveva creato iniziali perplessità a papa Innocenzo III che poi però gli concesse di fondare l’ordine francescano che poi con santa Chiara si aprì anche alle congregazioni femminili. Ecco, nel nostro spettacolo mettiamo in scena questa radicalità, questa visione, questa scelta assoluta di mettersi in ascolto e in contatto con la natura per difendere il mondo dai danni degli uomini. San Francesco lo ha fatto rinunciando alle sue ricchezze per vivere nei boschi, incontrando il lupo cattivo e chiamandolo, appunto, Fratello Lupo. Un messaggio che i nostri giovani dovrebbero conoscere per andare oltre la vita dei social o le apparenze del consumismo".

Già, social e consumismo. Piazza dei Miracoli fa da quinta a "Francesco" poche settimane dopo che piazza San Marco abbia fatto lo stesso per il matrimonio di Bezos.

"Non giudico neppure in questo caso. Ma cultura, storia, bellezza è già moltissimo e non abbiamo bisogno di altro. Io, per il mestiere che faccio, ho avuto la fortuna di respirare questa atmosfera per tutta la vita e ho sempre condotto una specie di vita da francescano. E poi c’è anche altro della modernità che mi spaventa".

Che cosa?

"Il dilagare dell’intelligenza artificiale. Invenzione straordinaria, ma che va governata. Anche gli scienziati che inventarono la bomba atomica fecero un capolavoro, ma senza contare che se messi in mano agli uomini certi strumenti diventano devastanti. Spero che l’Ia non faccia la stessa fine".