STEFANO BROGIONI
Cronaca

Forteto, la tragica fine del fedelissimo di Fiesoli

Cinquant’anni, legato al Profeta, era stato affidatario di due minori

Rodolfo Fiesoli, morto a maggio

Rodolfo Fiesoli, morto a maggio

FIRENZE

Si è tolto la vita, in casa, in Mugello. Lo ha trovato sua figlia, che gli venne affidata quando il Forteto poteva tutto, al tribunale dei minori di Firenze.

Fra un mese ne avrebbe compiuto cinquant’anni, un po’ meno della metà vissuti proprio dentro la comunità fondata da Rodolfo Fiesoli, il “profeta“ deceduto nel maggio scorso a Padova, dove si trovava in detenzione domiciliare presso una Rsa.

Era uno dei suoi fedelissimi, anche se non era mai stato un imputato al processo.

Forse una vittima inconsapevole, che negava le accuse che erano costate un nuovo arresto a Fiesoli ("tutte bugie"), e obbediva alla linea, fino a inventarsi coppia per poter ottenere, secondo i collaudati schemi della comunità-setta, l’affidamento di uno di quattro fratellini.

Il 50enne trovato morto ieri nella sua abitazione, era finito al Forteto da adulto, perché, raccontò, la madre aveva difficoltà a gestirlo. Tramite una psicologa, la donna venne indirizzata verso la comunità di Vicchio.

"Stavo preparando la tesi e Rodolfo mi propose di andare al Forteto per scrivere. Ero curioso di questa comunità e mi avrebbe fatto piacere conoscere più persone".

Decise quindi di trasferirsi.

E dopo il suo arrivo al Forteto, intorno al 2005, riferì ancora nel verbale di sommarie informazioni alla polizia, nel 2011, strinse un rapporto ancora più intimo con il profeta: "dormivo nella sua stanza, è diventata la nostra stanza da letto, la sua e la mia. Prima avevamo un letto grande in comune".

Un rapporto che suscitava perfino ilarità dei più giovani ospiti della comunità, "che lo additavano come la ’fidanzata’ di Rodolfo", si legge nella sentenza che ha condannato a quattordici anni Fiesoli per violenza sessuale su minori e maltrattamenti.

"Mai avuto rapporti sessuali con Rodolfo anche se sembra difficile pensarlo, avendo condiviso la stanza per tanti anni", dirà. "Quello che fa paura alla gente è l’abbraccio, la carezza, l’affettività. C’è differenza tra omosessualità e affettività". Dopo l’arresto di Fiesoli era uscito, si era sposato con la madre affidataria dei due bambini e aveva così mantenuto gli affidi.

Ma quei fantasmi dentro che lo avevano portato al Forteto, probabilmente si sono riaffacciati.

ste.bro.