PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Ex Forteto, azienda in liquidazione. Futuro rebus per i lavoratori

La preoccupazione del sindaco dopo il fallimento

Nell’aprile di un anno fail cambiamento. del nome, divenuto «ForteMugello»

Nell’aprile di un anno fail cambiamento. del nome, divenuto «ForteMugello»

"Una conclusione amara, sia riguardo alle vittime e i mancati risarcimenti sia per i lavoratori di una realtà produttiva sul territorio che stava tentando un nuovo inizio". È il commento, espresso con rammarico, dal sindaco di Vicchio Francesco Tagliaferri, alla notizia che il Tribunale di Firenze ha disposto la liquidazione giudiziale di "ForteMugello" dichiarando inammissibile la richiesta di concordato preventivo presentata dall’azienda. Se per il marchio "Il Forteto" i titoli di coda erano già arrivati nell’aprile di un anno fa, con il cambiamento – forse tardivo – del nome, divenuto "ForteMugello", ora si sta scrivendo la fine di una cooperativa che nel settore dell’agroalimentare era riuscita ad ottenere risultati di grande rilievo, esportando i propri formaggi in tutto il mondo. Con ottanta dipendenti, e un fatturato superiore ai 10 milioni di euro.

Ma a ’uccidere’ questa importante realtà economica è stato il suo stesso fondatore, Rodolfo Fiesoli – scomparso lo scorso maggio – che insieme alla cooperativa aveva creato una comunità-setta divenuta tristemente nota per gli abusi perpetuati ai danni di minori. E quando è scoppiato lo scandalo, il Forteto è affondato. Per qualche anno si è cercato di salvare l’attività. Si è provato a cambiare pelle, ad allontanare i protagonisti della setta. Nell’ultimo periodo il cda era tutto nuovo e senza alcun legame con l’oscura storia di Fiesoli. Ma non è bastato, i debiti sono aumentati, la produzione è calata, e il presidente Maurizio Izzo, poi nominato liquidatore, ha alzato bandiera bianca. Oggi Izzo non vuole commentare la decisione del Tribunale, prevale l’amarezza. E resta anche la preoccupazione per quei lavoratori, all’inizio della crisi erano ancora una quarantina ma ora chi ha potuto si è trovato un’altra occupazione, che sono ancora in cassa integrazione.

Finisce il Forteto, ma continueranno le polemiche. Come quella sollevata da Paolo Bambagioni, ora consigliere comunale a Firenze, che attacca: "Fin da quando emersero i processi giudiziari, fu subito chiaro che la posizione dei sindacati, che rappresentavano i lavoratori, era in linea con il ‘profeta’. L’unica soluzione era troncare con il passato, mettere in vendita il Forteto e affidarlo a un imprenditore. Avevamo anche delle offerte perché era un trasformatore del latte importante in Toscana. Dunque, era una storia già scritta. Anche perché gli amici del ‘profeta’ hanno voluto far morire tutto con Sansone, lavoratori compresi".

Paolo Guidotti