
Degrado in via Palazzuolo; cartoni, rifiuti (Foto Marco Mori/New Press Photo)
Firenze, 25 settembre 2025 – “Non è possibile vedere spaccio alla luce del sole, gente sdraiata per terra”. Le parole del presidente di Fondazione Cr Firenze Bernabò Bocca riportano il dibattito sulla sicurezza di via Palazzuolo, un’amara realtà con cui è costretto da anni a fare i conti chi vive la strada. Mite pomeriggio settembrino, vicino all’officina Lollo due ambulanti abusivi si spartiscono la merce da piazzare. Pochi portoni dopo, un magrebino fruga in uno zaino, estraendo roba e abbandonandola sul marciapiede: pare valutare il provento di un furto. Altri due passi e all’oratorio di Vanchetoni, sdraiato sullo scalino e seminudo, uno dei personaggi più noti del quartiere fuma tranquillamente crack da una bottiglia. Dorme qualche minuto, poi si alza e inizia a camminare a piedi nudi danzando. “Nessuno lo può disturbare ma lui può disturbare tutti – racconta Elena, garagista e residente – Un mese fa ho telefonato al 112 perché dava noia ad alcuni turisti: dopo un quarto d’ora di attesa ho desistito. Poi è andato a infastidire una mamma con una bimba in lavanderia e siamo dovuti intervenire noi vicini per buttarlo fuori. Capisco le difficoltà, che le forze dell’ordine non siano sufficienti, ma così ci si sente abbandonati. Abbiamo suggerito più volte un presidio come una sede distaccata di municipale, polizia o carabinieri in uno dei tanti fondi vuoti. Sarebbe un primo passo importante di Comune o Prefettura”.
I tanti cartoni fanno capire che quello è solo dei giacigli di senzatetto. Ma la notte c’è anche un altro problema: “Da mamma di due ventenni, quando rientrano la sera sto sul portone ad aspettarli – racconta – Oltre a questi personaggi, escono dalla discoteca turisti che urlano e litigano fino alle 5 del mattino, vomitano e urinano, e la stessa discoteca è impotente, non può intervenire”.
La Notting Hill promessa è ancora lontana: tanti bandoni sono chiusi, gli artigiani e le attività tradizionali che resistono si contano sulle dita di una mano. Ormai via Palazzuolo è affollata da macellerie islamiche, kebab, phone shop, minimarket. “Quando ci si fa la nomea ce la si porta dietro tutta la vita, e così è successo per via Palazzuolo – considera Elena –; eppure ci sono situazioni ben peggiori in altri punti della città: la nostra è comunque una strada dove ci sono ancora tante attività”. Nel frattempo, un senza fissa dimora pratica igiene dentale specchiandosi alla vetrina di una trattoria incurante dei clienti che mangiano, un rasta, poco più in là, rolla una canna su uno scalino. Solo oltrepassata piazza San Paolino, nel breve tratto prossimo al centro, la strada appare un po’ più decorosa.
Le speranze sono rivolte verso il futuro: “Fondazione Cr Firenze sta spendendo tanto tempo per riqualificare la zona – auspica Elena – Stiamo iniziando una bella sinergia, da parte di noi commercianti c’ è la massima disponibilità e ci preme, ma da parte dell’amministrazione ci vorrebbe più attenzione. Devono monitorare il territorio, lo si può fare girandolo quotidianamente. Speriamo non sprechino quest’occasione, sarebbe una perdita per tutti”. E c’è un’altra spina nel fianco della strada: quel cantiere eterno di via del Porcellana, “ 220 giorni per fare 30 metri, da marzo dovrebbero finire a ottobre, ma lavorano a intermittenza altrimenti avrebbero già finito – spiegano dall’Osteria de’ Centopoveri – Dalle fogne aperte escono blatte, abbiamo dovuto sigillare questa porta e aprirla sul retro, altrimenti insieme ai clienti entravano gli scarafaggi”.