
Dopo il debutto alla Camera dei deputati, adesso è tutto pronto per la tappa fiorentina in Sala d’Arme . Il 3 settembre, giorno dell’inaugurazione, in regalo con il quotidiano un inserto da collezione di 64 pagine.
di Guglielmo Vezzosi
FIRENZE
Giacomo Puccini e la “sua“ Nazione. Un rapporto stretto, quello tra il grande compositore e il nostro giornale, come attesta la ricchezza di articoli e testimonianze che è stato possibile recuperare dall’archivio storico del quotidiano. Un’abbondanza di materiale che nel 2024, l’anno della doppia ricorrenza — il centenario della scomparsa del Maestro e il 165° anniversario della fondazione del giornale — si è trasformato nella mostra “La Nazione di Puccini: immagini, luoghi e suggestioni di un compositore di genio“.
La mostra è stata inaugurata appunto lo scorso novembre alla Camera dei Deputati e quindi ha fatto tappa a Lucca, città natale del compositore e a Pisa. Ma visto il successo riscontrato, la rassegna continua il suo percorso tra le città toscane e arriva adesso a Firenze, dove verrà ospitata a Palazzo Vecchio, nella prestigiosa cornice della Sala d’Arme. Inaugurazione mercoledì 3 settembre alle 11.30 alla presenza di ospiti e autorità. La mostra – che gode del patrocinio del Comune di Firenze ed è realizzata in collaborazione con il Comitato nazionale per le celebrazioni pucciniane, presieduto dal maestro Alberto Veronesi – rimarrà aperta al pubblico fino al 10 settembre con orario 14.30-18.30 e ingresso gratuito.
Curatore è il giornalista Maurizio Sessa, per lunghi anni collega della redazione fiorentina de La Nazione: attraverso 36 pannelli si offre al pubblico uno sguardo profondo e intimo sulla vicenda umana e artistica del compositore in un percorso iconografico e documentario che propone un punto di vista ricco di spunti e suggestioni anche inediti. Articoli, ritagli, immagini, locandine e documenti narrano l’evoluzione artistica e professionale del compositore dal 1894, anno della rappresentazione di Manon Lescaut al Teatro Pagliano (oggi Teatro Verdi) di Firenze, fino al 1927, anno in cui, al Teatro Politeama Fiorentino, fu rappresentata postuma Turandot, l’ultima opera del Maestro.
Tra i documenti meno noti figurano riproduzioni delle lettere che Puccini inviava a due dei suoi più cari amici, il marchese Piero Antinori e il conte Giuseppe della Gherardesca: provengono dall’archivio della famiglia Antinori di Firenze e rivelano aspetti della vita privata del compositore, i soggiorni e le battute di caccia in Maremma. Da Lucca arrivano invece il certificato di battesimo (22 dicembre 1858) e gli articoli di alcune testate locali dell’epoca che attestano l’attività del futuro compositore quando muoveva i primi passi nel mondo delle note musicali.
E poi le riproduzioni di locandine di storiche rappresentazioni nei teatri toscani e quelle di superbi costumi di scena, come quello per la Turandot del 1940 (Archivio Storico della Fondazione Cerratelli). Ma anche la mappa dei viaggi che portarono Puccini a esibirsi nei più importanti teatri di tutto il mondo.
Il giorno dell’inaugurazione sarà disponibile in sala anche il catalogo della mostra e verrà distribuito, in abbinamento gratuito con La Nazione, un inserto speciale da collezione di 64 pagine dedicato all’iniziativa.