
Nasce l’ente che dovrà accompagnare la reindustrializzazione del sito. Il Comune di Campi potrà espropriare l’area se il proprietario non la cede. E il Collettivo di Fabbrica chiama a raccolta i solidali per difendere il presidio.
È il giorno del Consorzio di sviluppo industriale della Piana Fiorentina. Stamani davanti al notaio sarà siglata formalmente la nascita dell’ente pubblico così come previsto dalla legge 5/2025 della Regione Toscana, legge ispirata dalla crisi dell’ex Gkn di Campi Bisenzio. Un passo in avanti per provare a salvare il sito industriale di viale Fratelli Cervi a Campi, inattivo ormai da quattro anni, e ricreare posti di lavoro. Dove un tempo si costruivano semiassi e altri componenti per auto oggi c’è il presidio operaio permanente, "simbolo di lotta e resistenza per il diritto al lavoro e contro la speculazione immobiliare" secondo il Collettivo di Fabbrica ex Gkn che per agosto chiama a raccolta tutti i ’solidali’. Il prossimo mese, infatti, potrebbe segnare una svolta importante per questa lunga vicenda.
"Agosto rischia di essere l’ennesimo mese di attesa sotto il sole del presidio. O, nella peggiore delle ipotesi, il mese in cui tenteranno lo sgombero" scrive il Collettivo di Fabbrica sui social. Il decreto del Tribunale di Firenze del 20 giugno scorso, emesso all’indomani dell’avvio della procedura di concordato preventivo, prevede infatti la "liberazione del complesso immobiliare". Il decreto sposa la visione della proprietà (la società Qf che l’anno scorso ha comunque ceduto gli immobili a due società del ’gruppo’, Tuscany industry e Società toscana immobiliare per sette milioni di euro), sostenendo che "l’occupazione" della fabbrica ha reso "impossibile ogni progetto di rilancio produttivo", e affida ai custodi giudiziali il compito di prendere possesso dello stabilimento, anche, se necessario, "avvalendosi della forza pubblica". Ma prima di chiamare la polizia a sgomberare si tenta la strada della mediazione.
Al tempo stesso agosto sarà il mese in cui prenderà forma il Consorzio. Oggi dal notaio ci saranno i cinque soci fondatori, ovvero Regione che detiene una quota di partecipazione del 70%, Città Metropolitana (10%) e i Comuni di Calenzano (4%), Campi (8%) e Sesto (8%) per firmare l’atto costitutivo dell’ente che si pone come obiettivo la reindustrializzazione della ex Gkn. "Il consorzio di sviluppo industriale può essere uno strumento molto utile per puntare alla reindustrializzazione dell’area e una barriera alla speculazione, favorendo la vocazione manifatturiera della nostra regione a partire dalle vicende come la Gkn che meritano tutta la nostra attenzione" le parole dell’assessore regionale all’economia Leonardo Marras, pronunciate in occasione dell’avvio dell’iter.
Dopo la firma dal notaio, l’assemblea del Consorzio (composta dai presidenti e dai sindaci degli enti o loro delegati) nominerà il presidente e i componenti del Comitato direttivo. Definita l’organizzazione ed espletate le pratiche burocratiche (dall’apertura di un conto corrente e all’attivazione della partita Iva) il Consorzio potrà entrare nella fase operativa, ovvero dare contenuto all’attività per cui è nato. E per farlo dovrà entrare in possesso dell’area da valorizzare, in questo caso i circa 80mila metri quadri della ex Gkn. Come? Con l’esproprio, se necessario. In primis, ovviamente, il Consorzio avvierà una serie di contatti e colloqui con la proprietà del sito: se non dovessero andare in porto, il Consorzio "può proporre provvedimenti espropriativi all’ente territorialmente competente", ossia al Comune di Campi. Per l’esproprio il Comune dovrà seguire le disposizioni previste nei casi di pubblica utilità, perciò per entrare in possesso dell’area dovrà sborsare una cifra pari al valore di mercato. Il passaggio successivo sarà assegnare il sito a una nuova realtà: "le aree e gli immobili nella disponibilità del Consorzio sono assegnati a imprese che esercitano attività industriali, artigianali, commerciali o di prestazione di servizi strumentali alla produzione, che presentano un piano industriale in linea con le finalità espresse in fase di programmazione dall’assemblea (...) si legge nello statuto del Consorzio. E qui entra in gioco la la nascente cooperativa Gff, composta da alcuni ex operai, con il progetto di conversione ecologica delle produzioni (pannelli solari e alle cargo-bike). "Potremmo iniziare a creare 100 posti di lavoro, laddove la speculazione finanziaria e la potenziale speculazione immobiliare vuole portare solo il deserto" sostiene il Collettivo di Fabbrica.