Firenze, 15 settembre 2025 – Cellulari chiusi a chiave, nei cassetti. Il nuovo anno scolastico ha portato una grossa novità per gli studenti delle secondarie di secondo grado. Da oggi, divieto assoluto di utilizzare gli smartphone a scuola. Così, c’è chi ha optato per le tasche da parete, chi si limita a far tenere gli apparecchi spenti negli zaini e chi, come il dirigente dell’Iis Sassetti-Peruzzi, Osvaldo Di Cuffa, ha pensato di installare delle cassettiere in ogni classe. Così, la mattina alla prima ora i ragazzi consegnano i cellulari, per poi riprenderli alla fine dell’ultima ora. “In portineria - ci mostra il dirigente, - abbiamo sistemato questa cassettina al cui interno sono custodite le chiavi dei vari contenitori sistemati in ogni aula. Ogni mattina, uno studente di ciascuna classe viene qui a consegnare la chiave”. E se malauguratamente un cellulare dovesse andare perso? “In quel caso - risponde Di Cuffa, - risolveremo il problema con le assicurazioni”.

Tra i ragazzi, le opinioni sono contrastanti. Ecco Masha, quarta commerciale, che ammette: “Lo trovo giusto. Lo smartphone spesso è fonte di distrazione. Personalmente, so vivere anche senza”. Ma non per tutti è così: “Io passo anche cinque ore al giorno al cellulare, tra giochini, TikTok e Instagram…”. C’è anche chi fa un ragionamento diverso: “Trovo assurdo bandire i cellulari. In questo modo, si torna indietro. Invece, l’uso della tecnologia ci fa guardare al futuro”. C’è anche chi aggiunge: “Io sono anche in pensiero riguardo al rischio che il mio telefono vada perso… In quel caso, succederà un macello. Comunque, questa decisione limita la nostra libertà. Assurdo non poter chiamare a casa durante la ricreazione”.

In una quinta, c’è chi dice di stare al cellulare due ore al giorno ma anche chi, come una ragazza, ammette di “trascorrere anche 16 ore davanti allo schermo”. “Non riesco a scendere sotto le nove ore…”, allarga le braccia. Ma cosa fai tutte queste ore col telefono? La studentessa sorride: “Chatto, scrollo video… Se non lo faccio, mi sale l’ansia”. Ma c’è chi ha fatto una scelta completamente diversa: “Io ho messo un blocco su Instagram: massimo, 15 minuti al giorno. Prima, ci stavo troppo. Non solo. D’estate ho tolto i social dal telefono. Li ho scaricati di nuovo solo ieri. Stare troppo al cellulare fa male. Ho dunque deciso di autoregolarmi. Va anche detto, però, che l’anno scorso se non avessi avuto il cellulare a portata di mano in classe sarebbe successo un dramma… Mia mamma si è sentita male. Per fortuna io le ho potuto rispondere”.
Gli fa eco il compagno di banco, Samuel: “L’uso smodato dei telefoni aumenta l’ansia social. Io ho tolto TikTok, perché ‘mangia’ letteralmente il cervello”. Parlando con gli studenti, emerge che usano il telefono soprattutto per “chiamare, certo, ma perlopiù per guardare le serie tv, vedere video su Instagram e TikTok e ascoltare la musica su YouTube”. Ma come vi tenete aggiornati? “Sempre tramite social”, rispondono.

Da parte sua, il dirigente Di Cuffa plaude alla decisione del ministro: “E’ importante che, almeno a scuola, i ragazzi facciano una pausa dagli schermi. Tutti noi sappiamo che la tecnologia non debba assolutamente essere demonizzata, ma il problema è che talvolta i ragazzi fanno un uso sbagliato degli smartphone. Come scuola, negli anni abbiamo denunciato più volte alla postale episodi di uso pericoloso e scorretto: ragazzine contattate su Instagram da sconosciuti, video a presa di giro, dirette trasmesse dalla classe. Spesso i ragazzi non si rendono conto, pensano di scherzare. Ma i rischi sono concreti e vanno affrontati con responsabilità”.