ELETTRA GULLE'
Cronaca

L’algoritmo senza cuore. Studente con disabilità costretto a cambiare prof

Lo sfogo della mamma: “Per mio figlio quel docente era un punto di riferimento”. Il preside: “Siamo vicini alla famiglia, ha prevalso l’automatismo del sistema”

Un ragazzo affetto da sindrome di Down costretto a cambiare ancora una volta l’insegnante

Un ragazzo affetto da sindrome di Down costretto a cambiare ancora una volta l’insegnante

Firenze, 12 settembre 2025 – Certo,  chiedere a un algoritmo di avere cuore è davvero troppo. Ma, soprattutto quando si parla di disabili, bisognerebbe forse andare un po’ oltre i freddi punteggi da incolonnare. La storia che arriva da Barberino di Mugello ha per protagonista uno studente con sindrome di down che, da lunedì prossimo, giorno del rientro in classe, non ritroverà più Carmelo, il suo adorato insegnante di sostegno. Il motivo? In base ai conteggi dell’algoritmo, che agisce come un burattinaio invisibile capace di influenzare la vita di docenti e studenti, Carmelo deve cambiare scuola. E in quella dove studia Luca arriverà un altro docente.

“Sono arrabbiatissima e molto preoccupata – si sfoga la mamma di Luca, Lucia Nardi – Mio figlio frequenta il Giotto Ulivi a Borgo San Lorenzo. Deve andare in quarta, liceo Scienze umane e, pensate, è dallo scorso giugno che non vede l’ora di riavere accanto a sé Carmelo, che fin dalla prima superiore lo ha seguito nel migliore dei modi, creando intorno a lui anche un team affiatato”.

Per la famiglia di Luca è stata proprio una doccia fredda: “Non ci aspettavamo una cosa del genere, anche perché la scuola alla fine dello scorso anno scolastico ci ha fatto firmare il foglio in cui noi richiedevamo la continuità didattica sul sostegno – racconta la mamma – Poi, una settimana fa, appena sono finite le nomine, l’istituto ci ha chiamato per darci la brutta notizia. È veramente ingiusto che un algoritmo debba incidere sulla formazione di un ragazzo in difficoltà. Oltretutto, Carmelo dovrà ricominciare daccapo il suo percorso di docente in un’altra scuola. Ma perché tutto questo? Quale è il senso?”.

Lucia ha provato a tempestare di chiamate sia l’ufficio scolastico che la metrocittà. “Ma nessuno mi ha risposto – si arrabbia – Ho potuto confrontarmi solo con la scuola, che da sempre ha dimostrato umanità e professionalità. Io adesso ho detto a Luca che per i primi giorni di scuola Carmelo non potrà essere in classe… Una bugia a fin di bene, ma tutto questo non è giusto. Mio figlio, quando non ritroverà il suo punto di riferimento, non vorrà più andare a scuola. Quando si parla di disabili, ci vogliono attenzione e sensibilità. Una notizia del genere a pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico mi getta nello sconforto. Non so come gestire la situazione con Luca. Tutto questo è davvero vergognoso. Si parla tanto di inclusione, ma poi le istituzioni quando c’è un problema non rispondono….”.

Il preside del Giotto Ulivi, Marco Menicatti, non nasconde la sua amarezza: “Siamo vicini alla famiglia e al docente. Purtroppo la freddezza dell’algoritmo è incorreggibile. La procedura informatizzata è utile, ma non è perfetta. In questo caso ha prevalso l’automatismo del sistema, a discapito del diritto del ragazzo alla continuità. Noi abbiamo seguito ogni passaggio previsto; abbiamo fatto tutto secondo le regole. Mi dispiace sinceramente per Luca e per Carmelo. L’algoritmo per moltissimi ha funzionato. Ma non per tutti, purtroppo. Insomma, il sistema va un po’ migliorato”.

Lo stesso insegnante non riesce a nascondere la delusione: “C’era la possibilità concreta di garantire la continuità – dice Carmelo – e io stesso ci tenevo moltissimo. Avrei voluto accompagnare Luca fino alla quinta. Il dispiacere è grande, perché c’era un’aspettativa forte da entrambe le parti. La scuola ha fatto tutto correttamente e io non ho sbagliato la domanda. Ma l’algoritmo ha fatto i suoi calcoli in modo meccanico, senza guardare alle persone. Mi dispiace tantissimo che a rimetterci siano i più fragili”.

Elettra Gullè