ELISA CAPOBIANCO
Cronaca

Classi tagliate al Pontormo: "Firenze deve risponderci"

Le famiglie della 3FS non si arrendono, ieri nuovo incontro con la dirigente. Prosegue la protesta per la decisione dell’Ufficio scolastico provinciale.

Un gruppo di ragazze all’ingresso di una scuola (foto d’archivio)

Un gruppo di ragazze all’ingresso di una scuola (foto d’archivio)

Non si arrendono ai tagli che incombono su ben quattro classi dell’istituto Pontormo di Empoli; classi che verranno accorpate già dal prossimo anno scolastico. Le famiglie delle studentesse della 3FS ieri mattina hanno incontrato, come richiesto nei giorni scorsi e promesso, nuovamente la dirigente Filomena Palmesano per fare il punto della situzione cercando soluzioni alternative da vagliare. Con loro c’erano anche le 21 ragazze interessate dal riassetto, lì per cogliere l’occasione di esprimere alla scuola tutta l’amarezza per una decisione che cambierà la loro vita. "Siamo amareggiati e sfiduciati. La situazione purtroppo è chiara: dipende tutto dall’Ufficio scolastico provinciale di Firenze che ha deciso in base a logiche numeriche e di risparmio – racconta a fine incontro un rappresentante dei genitori –. Ecco perché vogliamo essere ricevuti per spiegare le nostre ragioni e le conseguenze che questa riorganizzazione avrà sulla pelle delle nostre figlie. Abbiamo inviato una Pec all’Ufficio fiorentino già domenica scorsa, una settimana fa. La mail è stata ricevuta e protocollata, ma non ci ha risposto nessuno. Qualcuno ci ha lasciato intendere che l’ente non ci risponderà mai... Noi crediamo che sia un diritto di ogni cittadino essere ascoltato dalla pubblica amministrazione e avere risposte da questa".

Il problema, com’è noto, riguarda oltre alla suddetta 3FS delle Scienze umane, una (futura) sezione prima – che quindi non nascerà –, la 2D e la 3G del liceo scientifico. La novità è arrivata da Firenze a fine aprile. La motivazione? Un parametro oggettivo, derivato da un calcolo matematico, che l’Ufficio fiorentino ha adottato a livello provinciale per riorganizzare le risorse (e gli spazi). "Alla chiusura delle iscrizioni ho inviato, come da prassi, la richiesta per le classi prime dell’anno successivo e al contempo la conferma di tutte le classi esistenti – aveva spiegato a La Nazione la preside –. Purtroppo la risposta è stata negativa. Pur dimostrandomi contrariata dall’avviso ne ho dovuto prendere atto, nel rispetto delle istituzioni. Il problema è nato dal riassetto di quelle sezioni segnate da bocciature o trasferimenti che, nel bilancio complessivo, hanno determinato un calo. La norma generale prevede che in ogni classe ci sia un numero minimo di studenti".

Elisa Capobianco