
Valentina Corrotti ad dell’azienda Hidrotecnica,. specializzata in soluzioni per oleodinamica e lubrificazione automatica
di Sandra NistriSono trascorsi otto mesi dal disastroso scoppio al deposito Eni di Calenzano con il suo tragico carico di cinque vittime e una lunghissima scia di danni. Eppure, dopo tutti questi mesi, c’è chi non ha ancora visto un euro di risarcimento o ha ricevuto solo ‘pochi spiccioli’ rispetto al conto totale, e non per la mancata disponibilità da parte di Eni. Tra i casi più eclatanti, dal punto di vista ‘economico’, quello di Hidrotecnica, azienda specializzata in soluzioni per oleodinamica e lubrificazione automatica con sede in via del Pescinale, a poche decine di metri di distanza dal luogo del disastro, che ha riportato gravi conseguenze: "Al momento – racconta Valentina Corrotti ad dell’azienda – abbiamo ricevuto solo 3800 euro per i danni subiti dai computer dalla nostra assicurazione che, invece, si rifiuta di pagare il resto nonostante la stipula di una polizza che copre molti rischi. A dicembre abbiamo avuto danni per 250mila euro, abbiamo dovuto rifare il tetto, ricostruire tutta una parte a vetri e abbiamo avuto anche tre feriti. La porta d’ingresso si è letteralmente sbriciolata".
Dopo la richiesta danni trasmessa all’assicurazione nell’azienda sono stati inviati due periti: "Il primo – racconta Valentina – è venuto e ha fatto le sue verifiche ma il danno era di una entità troppo grande per quelle che erano le sue mansioni e quindi la compagnia assicurativa ne ha inviato un altro che ha svolto tutti i rilievi possibili venendo fra l’altro più volte e interfacciandosi anche con il nostro perito. Noi abbiamo una polizza che copre davvero un ampio spettro di rischi. Pensavamo quindi di essere tranquilli ma pochi giorni fa una mail che ci ha inviato l’assicurazione dice che il danno non può essere coperto".
Nella comunicazione, inviata come risposta ad una richiesta del legale dell’azienda, una delle motivazioni annesse è che la copertura per esplosione e scoppio, presente nella polizza, sarebbe riferita alle cose assicurate e non a scoppio di cose di terzi. Tesi che l’azienda non condivide affatto: "È una situazione paradossale – conclude Valentina Corrotti – noi abbiamo dovuto pagare già di tasca nostra i danni subiti. Ora avvieremo una interlocuzione direttamente con Eni che però non copre interamente il danno e avvieremo una azione legale verso la nostra compagnia assicurativa".