SANDRA NISTRI
Cronaca

Esplosione al deposito Eni: "Risarcimenti in ritardo"

Ci sono aziende ancora in attesa di ricevere i ristori per gli ingenti danni subiti. Il colosso: "Alcune procedure sono gestite dalle compagnie assicuratrici".

Roberto Ravalli. , titolare della Tekne Dental (foto Germogli)

Roberto Ravalli. , titolare della Tekne Dental (foto Germogli)

Sono passati sei mesi dall’incidente al deposito Eni di via Erbosa a Calenzano con il suo terribile carico di cinque vittime, sicuramente il dramma più importante. Lo scoppio ha provocato anche una scia lunghissima di danni alle residenze e alle attività economiche circostanti che, in diversi casi, sono ancora in attesa dei risarcimenti. È il caso, ad esempio, della Tekne Dental, azienda di via del Pescinale che si occupa della produzione di strumenti per uso odontoiatrico: "La mia azienda – spiega infatti l’ingegner Roberto Ravalli - è molto vicina al confine con il deposito Eni e ha subito ingenti danni, quantificati in circa 400mila euro, a seguito dell’esplosione del 9 dicembre scorso. Abbiamo una polizza con una compagnia assicurativa per la copertura multi-rischi, incendio, scoppio etc, e quindi abbiamo intrapreso il necessario percorso per i risarcimenti. Abbiamo così nominato un perito di parte per aiutarci a quantificare i danni che si è confrontato con i periti della nostra assicurazione e di Eni ma, dalla data dell’incidente, le compagnie assicuratrici non hanno ancora formulato alcuna proposta e anzi non rispondono nemmeno, continuando a prendere tempo".

Eppure, le conseguenze dello scoppio nel vicinissimo deposito sono ancora ben visibili: "Tutti gli infissi dovranno essere cambiati – prosegue Ravalli – quelli della parte sud est più vicina al deposito sono completamente saltati così come il controsoffitto mentre quelli più lontani si sono piegati per l’urto. Abbiamo già dovuto fare interventi tampone per alcune zone e sostituire due portoni. Resta poi da capire quando potrà incidere nella valutazione dei risarcimenti danni l’indice di vetustà dei diversi materiali che dovranno essere sostituiti. In ogni caso le difficoltà sono oggettive".

La situazione non è isolata: sempre in via del Pescinale ci sono altre aziende che stanno aspettando i ristori. Fra queste la Hidrotecnica che conferma di essere in attesa di risarcimenti per danni quantificati in oltre 200mila euro e di risposte dalla propria compagnia assicurativa. Intanto Eni, contattata, fa sapere che "dopo essersi immediatamente attivata per la raccolta di tutte le richieste di risarcimento di danni materiali che si sono verificati nel territorio" l’azienda "prosegue nella loro tempestiva gestione e relativa liquidazione". Eni "ha già liquidato direttamente 313 richieste su 385 rivolte alla società. Altre 284 richieste sfuggono alle procedure di liquidazione di Eni poiché gestite dalle compagnie assicuratrici dei danneggiati; di queste, in ogni caso, 136 sono state liquidate da tali compagnie".