SANDRA NISTRI
Cronaca

"Un minuto di rumore". Il flash mob della Cgil contro le morti bianche

L’iniziativa di stamani a Calenzano abbinata al referendum del week end . Presenti anche il sindaco Carovani e l’assessora regionale Monni.

Il deposito Eni di via Erbosa a Calenzano, dopo l’esplosione

Il deposito Eni di via Erbosa a Calenzano, dopo l’esplosione

di Sandra NistriCALENZANO"Un minuto di rumore" per ricordare chi, sul lavoro, ha perso la vita. A sei mesi dallo scoppio al deposito Eni di Calenzano nel quale hanno perso la vita cinque lavoratori e molti sono stati i feriti, la Cgil Firenze ha organizzato, questa mattina alle 10, un flash mob con queste modalità di fronte al sito di via Erbosa. "La salute e sicurezza sul lavoro sono un diritto e le morti non avvengono mai per caso", questo lo slogan dell’iniziativa cui prenderanno parte il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, l’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni, rappresentanti dei lavoratori e il segretario generale Cgil Firenze Bernardo Marasco. Tutti insieme per ribadire, pochi giorni prima dei referendum dell’8 e 9 giugno, che non si può morire per lavoro. E che l’impegno di tutti deve essere quello per la sicurezza, per scongiurare drammi come quelli del dicembre scorso a Calenzano: "Per quanto ci riguarda – dice il sindaco Carovani – abbiamo aderito convintamente a questa iniziativa che non vuole essere solo di ricordo dei lavoratori morti ma anche un voler richiamare l’attenzione perché fatti come quello del deposito Eni non si verifichino più". Intanto, in attesa degli ulteriori sviluppi giudiziari della vicenda, arriva qualche novità sul piano della ulteriore contaminazione ambientale che si sarebbe verificata dopo l’alluvione del 14 marzo scorso quando la quantità straordinaria di acqua piovana caduta aveva provocato il dilavamento dell’intera area dell’impianto abbattendo anche una porzione di muro e provocando la fuoriuscita delle vasche di contenimento, con un meccanismo di troppo pieno, come già accaduto a dicembre, e la ricaduta delle acque, con tutta probabilità contaminate, in quello che l’azienda definisce fosso Tomerello ma che, in realtà, sarebbe un piccolo canale di scolo senza nome: "C’è stata la conferenza di servizi sul piano di caratterizzazione presentato da Eni riguardo agli inquinamenti successivi all’alluvione del 14 marzo – dice Carovani – e il piano è stato approvato con prescrizioni dalla Regione. L’azienda, dunque, dovrà procedere a fare tutti i campionamenti necessari per valutare lo stato delle cose e a installare ulteriori piezometri. La verifica non riguarderà solo Calenzano ma si dovrà seguire il Rio Tomerello anche sul territorio di Campi Bisenzio". Il piano di caratterizzazione presentato riguardava però le aree esterne e anche quelle interne all’impianto non sottoposte a sequestro ma questo non sarebbe sufficiente: "Di concerto con la Regione – conclude infatti il primo cittadino calenzanese – abbiamo domandato che l’azienda faccia richiesta di autorizzazione all’Autorità giudiziaria per poter inserire nel progetto anche le aree attualmente sotto sequestro, a prescindere da quando i campionamenti potranno essere effettuati".