Firenze, 30 luglio 2025 – È al Centro permanenza per i rimpatri di Torino il cittadino tunisino di 23 anni, che nell’ultimo anno e mezzo era diventato l’incubo della sua ex fidanzata, di 17 anni di Firenze. E’ stato rintracciato dalla polizia pochi giorni fa e accompagnato al centro in attesa del rimpatrio. Una notizia che la famiglia della 17enne, la cui storia abbiamo raccontata di recente su queste colonne, non riesce a vivere a cuor leggero, la paura fa ancora da padrona: “Io sono terrorizzata - spiega la madre - per le eventuali ripercussioni che mia figlia può subire e che si nutrono dell’indifferenza delle persone. Denunciare non è una colpa, anche se c’è chi prova a puntare il dito e a farti sentire in difetto. Non riesco ad essere tranquilla”. Nonostante la vicinanza delle associazioni e delle forze dell’ordine, spesso il senso di solitudine e di impotenza pervade le vittime di violenza e chi gli sta accanto, soprattutto di fronte a un sistema giuridico non sempre efficace.

La ragazza, esasperata, aveva denunciato l’inverno scorso le vessazioni subite durante e dopo la loro relazione, durata circa due anni, nel tentativo di riprendere in mano la propria giovane vita, la propria libertà, la spensieratezza adolescenziale inevitabilmente repressa. Ma né le denunce, né la misura cautelare del divieto di avvicinamento disposta dal tribunale di Firenze ad aprile, erano servite a fermare il 23enne. Lui ha continuato a minacciarla e a farle del male. A luglio, mentre la ragazza era fuori scuola, l’ha sorpresa alle spalle e l’ha morsa al collo e al braccio. “Il braccialetto elettronico non mi ha avvertito in quella circostanza” ci aveva raccontato la ragazza la scorsa settimana.
Il malfunzionamento dei dispositivi anti-stalking è un tema su cui anche Fastweb, la società che dal 2018 ne gestisce la fornitura a livello nazionale, interviene a voler specificare alcune cose. “E’ importante sottolineare che il sistema è progettato per segnalare tutte le possibili anomalie – scrivono dall’azienda - ad esempio, quando il braccialetto è in via di scaricamento, oppure se entra in una zona non coperta da segnale. Non tutti gli allarmi corrispondono necessariamente a situazioni di pericolo imminente, ma rappresentano eventi che devono essere noti ed interpretati da chi ha il compito di monitorare e garantire la sicurezza delle donne tutelate dal braccialetto. Il sistema si basa su apparati forniti da una società internazionale leader nel settore, che distribuisce lo stesso sistema e gli stessi dispositivi in diversi paesi europei, dunque in linea con i migliori standard internazionali. Può esser pertanto fuorviante dire che ‘spesso non funzionano’ perché significa travisare la logica preventiva e protettiva su cui si basa il funzionamento dell’intero sistema”.
“In merito poi alla fornitura - fanno sapere da Fastweb - il numero di dispositivi, e quindi delle scorte disponibili, è stabilito da contratto con il Ministero. A seguito dell’introduzione del Codice Rosso, le richieste di attivazione sono aumentate in modo rilevantissimo, tanto che la soglia mensile prevista viene ormai raggiunta già a metà di ciascun mese, generando inevitabili code di attesa (sono 1.000 le attivazioni mensili previste da contratto, con la possibilità di arrivare a 1.200 ndr). Fastweb ha segnalato prontamente tale criticità e si è resa disponibile fin da subito a rinegoziare il numero di dispositivi da fornire, così da adeguarlo alle nuove e mutate esigenze. L’impegno nella lotta contro la violenza sulle donne è parte della nostra cultura aziendale, che pone al centro il senso di responsabilità sociale e l’urgenza di contrastare fenomeni tanto gravi e inaccettabili”.