
Campo largo in salita per il movimento Cinquestelle di Giuseppe Conte che ieri ha affrontato anche il caso Toscana durante una conferenza stampa per parlare delle Marche
Nel giorno in cui in Regione viene approvato a maggioranza il documento di economia e finanza col voto contrario dei 5Stelle, Giuseppe Conte né apre né sbarra la porta al campo largo in Toscana, passando la palla al territorio e ai suoi dirigenti (Quartini e Galletti) fiancheggiati dai luogotenenti nazionali (Paola Taverna capofila). Ancor prima del campo largo c’è da sedare cespugli riottosi, interni alla base, all’alleanza col Pd alle regionali. "In Toscana non imponiamo alcuna soluzione - conferma Conte da via di Campo Marzio, nella conferenza stampa che ha promosso Ricci nelle Marche e bocciato Sala a Milano – è in corso una discussione e da parte mia non c’è stato un input per la soluzione. Bisogna riflettere e capire se ci sono le condizioni per portare avanti la candidatura di Eugenio Giani. Questa giunta noi l’abbiamo contrastata, veniamo da 5 anni di opposizione, quindi di fronte allo stesso candidato, entrare in giunta è un sacrificio davvero notevole, bisogna valutare". Valutare cosa? Temi, e non nomi, "imprescindibili" come il salario minimo, il reddito di cittadinanza, l’acqua e sanità pubblica. "Tutti disegni di legge tra i primi depositati in parlamento già dal 2013", ha ricordato Quartini nell’intervista a La Nazione. Anche per “dare a Cesare quel che è di Cesare” rispetto a fughe in avanti programmatiche di Avs delle scorse settimane. Della serie: nell’allora 2013, "Avs non esisteva e siamo lieti che oggi sposi questi temi", aggiungeva il deputato fedelissimo di Conte. Sinistra Italiana non fa che pressare gli alleati per riunire quanto prima un "tavolo di coalizione". Ma alle consultazioni del Pd Toscana di oggi, all’appello mancheranno proprio i 5Stelle. Ci sono passaggi propedeutici da rispettare sul territorio, come l’ascolto della base, degli iscritti e l’assemblea regionale. Anche per questo il centrosinistra non è un monolite e non riesce a presentarsi con la stessa alleanza in tutte le regioni che vanno al voto. "Non lo posso garantire - ammette Conte, sono i territori che valutano. Per come sono conformati alcuni partiti - il riferimento è al Pd? - ci sono potentati locali, signori delle tessere, correnti e apparati di potere. Noi restiamo un movimento d’opinione con un nostro codice etico". È semplice, dunque: "Parlare di alleanza organica nel centrosinistra non è possibile per i nostri principi e valori, significherebbe legarli mani e piedi con gli alleati al di là dei programmi. La base ha scelto di autodefinirsi una forza progressista indipendente". Ma il governatore uscente Giani non dispera anzi, accoglie "positivamente" le parole di Conte. "So benissimo qual è il linguaggio della politica - la lettura tra le righe di Giani -, so benissimo che tradotto in politichese è un atto di indirizzo, che pur configurato come un sacrificio, dà per implicito il percorso positivo di disponibilità a quelle che sono le condizioni per la maggioranza della giunta Giani nella prossima legislatura".