"Non so perché non sia ancora stato sciolto il nodo, ma ritengo che qualsiasi altra scelta oltre quella di ricandidare Eugenio Giani non sarebbe assolutamente compresa dai toscani, e creerebbe un disorientamento pericoloso di cui francamente vorremmo fare a meno". La terza città capoluogo della Toscana alza la voce. E lo fa col (suo) sindaco di Livorno Luca Salvetti (nella foto). Civico al secondo mandato, progressista senza tessere di partito, immunoresistente agli incartamenti dei piddini, abituato ormai a lavorare gomito a gomito con il governatore Giani nell’interesse e per lo sviluppo di Livorno (Darsena Europa, nuovo ospedale, Terme del Corallo, Biennale del Mare, bioraffineria Eni di Stagno). L’endorsement parte da qui: "Giani in questi anni è stato il “sindaco della Toscana“ - dice Salvetti a La Nazione - regalando attenzioni ad ogni città. Un modo di governare che a me piace tantissimo, perché la gente adesso ha bisogno di ascolto e considerazione".
L’assist poi si trasforma in stoccata al ’ritardatario’ Nazareno: "Equilibri nazionali per il campo largo? Ma non scherziamo. Ho sentito Schlein più volte dire che “un conto sono le strategie nazionale, un conto i territori e la loro storia“. Questa convinzione va confermata. Il campo largo può valere in Italia, in Puglia o per eleggere la sindaca di Genova. Ma poi ci sono storie diverse, come Livorno, che richiedono percorsi diversi ma pur sempre vincenti. Sondaggi e indici di gradimento posizionano Giani in una situazione di forza assoluta e con chance enormi di riconferma. Rinunciare a tutto questo perché si deve contrattare con i 5 stelle il candidato in Campania o altrove mi sembra francamente difficile da sostenere".
Francesco Ingardia