
Roberto Vannacci e Matteo Salvini al Teatro Cartiere (Pressphoto)
"A Firenze sono tre", di decime. Sotto alla scritta delle t-shirt blu c’è la stampa del generale che incrocia gli indici, sul retro la data simbolo, "XXX maggio 2025", giorno in cui si ritrova la "decima a cena". Ma lui, Roberto Vannacci, preferisce il cambio abito. Prima c’è da sfoggiare la maglia (nera, naturalmente) regalatagli da un "sostenitore" di Napoli: "Referendum delendum est", decanta il neo vice segretario del Carroccio. Catone il Censore pensava a "distruggere" Cartagine, Vannacci i referendum dell’8-9 giugno. Poi, fatta sera, spazio alla camicia Rafi Ruben a righe verticali bianche e blu, stirata e tra le mani di un suo collaboratore.
Della chiamata alle armi del generale al Teatro Cartiere rimangono allora solo gadget che richiamano l’armistizio di Cassibile del ‘43 e la Flottiglia della Marina Nazionale Repubblicana di Salò. Dopodiché, giusto venti minuti di punto stampa a fianco del (suo) segretario federale Matteo Salvini. Per il resto il Teatro Tenda ornato di tavoli e 750 sostenitori del ‘Mondo al Contrario’ viene scientemente schermato dai flash dei fotografi e dai microfoni dei giornalisti, accompagnati all’uscita. Vabbè, "chi spara per prima?" chiede il padrone di casa. Salvini fa giusto in tempo a parlare di bollicine: "Stasera bottiglie toscane e abruzzesi eh - ironizza il ministro, nell’occhio del ciclone dopo aver detto al governatore dell’Abruzzo, parlando di vini, che "i toscani hanno rotto le p…" – Nella terra di ‘Amici Miei’ che la sinistra monti una polemica su una battuta…Capisco la preoccupazione di Giani che da governatore uscente ancora non sia stato ricandidato". Non che il centrodestra abbia bruciato in volata il Pd (sebbene ormai la Lega regionale su Tomasi non metta più veti), giusto ministro? "A me interessa che il candidato unico nostro venga fatto velocemente, non solo in Toscana ma anche in Campania, Puglia e Veneto. Nelle Marche c’è il candidato uscente di FdI, per cui squadra che ha ben governato non si cambia. In tutte le altre regioni abbiamo uomini e donne che offriamo alla coalizione. L’importante è fare in fretta, a breve ci troveremo". Appunto, la Lega ha qui il suo candidato, la capogruppo in consiglio regionale Elena Meini. Assente ieri sera, come l’intera pattuglia del Carroccio in Regione, e come Susanna Ceccardi. Come la mettiamo? "Mica facciamo cene coatte - sottolinea Vannacci -, non andiamo a prendere la gente con le catene". E rispetto al disappunto espresso in tempi non sospetti dal generale gettato nella mischia il nome di Meini dalla segreteria regionale ("non sono stato coinvolto nel processo decisionale"), Vannacci si fa doroteo e da buon democristiano stempera gli animi. "Quello che è successo è successo, gli articoli usciti sulla vicenda rappresentano la realtà, ma guardiamo al futuro. Il candidato governatore conta, ma a me interessa avere una squadra spiazzante. Qui già ci sono i primi 750, mica male come inizio no?".
Se solo il centrodestra, a cinque mesi dal voto, non fosse indietro di venti punti dal centrosinistra… "I sondaggi ci piacciono ma non ci fregano, e poi ci sarà l’effetto sorpresa", promette il generale, agganciandosi al ministro dei Trasporti che aveva appena ricordato come "la sinistra vinca da sempre in Toscana, ma è pur caduto il muro di Berlino o no? A Firenze non vedo muri". Vannacci non si candiderà, dice Salvini, perché "a Bruxelles mica si annoia", ma avrà "un ruolo centrale in Toscana perché serve una figura di riferimento in campagna elettorale", che magari riesca a trainare il partito con uomini di fiducia nelle liste e nei collegi. I consiglieri uscenti in cerca del bis sono avvisati.