LISA CIARDI
Cronaca

Bonafè agli alleati: "No ai veti sui nomi. Ne usciremo forti"

L’esponente riformista: la discontinuità che chiedono non può essere legata a una persona ma alle proposte.

Simona Bonafè, ala riformista ex segreteria del Pd Toscana

Simona Bonafè, ala riformista ex segreteria del Pd Toscana

"Sulla scelta del candidato alle prossime regionali dobbiamo chiudere. E per farlo occorre, prima possibile, un passaggio formale nella direzione del Pd". Lo dice l’onorevole Dem Simona Bonafé che 5 anni fa, in qualità di segretaria toscana del partito, guidò il percorso che portò a scegliere Giani.

Ci sono i margini per spingere sull’acceleratore?

"Sì, perché oggi c’è un dato nuovo, ovvero il fatto che l’attuale presidente ha ufficializzato la sua candidatura".

Non era ormai scontata?

"Era naturale, visto che è un presidente uscente, che ha ben lavorato in anni difficili, caratterizzati da una pandemia e da due guerre, e che ha un gradimento popolare dimostrato dai sondaggi".

Però c’è chi continua a dire che serve discontinuità…

"Dal 2020 ad oggi è cambiato il mondo. È necessario aggiornare le risposte ai cittadini su lavoro, sanità pubblica, tutele per i soggetti più deboli e rilanciare il nostro sistema manifatturiero e artigianale. La discontinuità non può essere legata a una persona ma è frutto di un lavoro sulle proposte".

Un altro mantra degli ultimi mesi è stato ‘prima il programma e la coalizione, poi i nomi’. Cosa risponde?

"Dico che la coalizione è fondamentale per vincere e che dobbiamo lavorare perché sia la più ampia possibile, partendo dal programma. Ma sui nomi non vogliamo subire veti".

Nel 2020 come siete arrivati a un nome condiviso?

"Approvammo all’unanimità in direzione un piano di lavoro; era ottobre e si votava a maggio, anche se i tempi slittarono per il Covid. Poi creammo un gruppo di lavoro e sentimmo 163 persone su programma e profilo del candidato, fra rappresentanti delle categorie economiche e sindacali, amministratori e altri profili. A novembre approvammo in direzione, sempre all’unanimità, il programma e il nome di Eugenio Giani da presentare agli alleati".

Ci sono i tempi per fare altrettanto?

"L’altra volta dovevamo individuare un nuovo presidente. Oggi non partiamo da zero: c’è un gruppo che lavora al programma, abbiamo un presidente uscente che ha formalizzato la candidatura, ci sono sindaci, sindacati, società civile mobilitati dal basso a suo favore. Occorre convocare prima possibile la direzione, portare il nome del candidato al tavolo della coalizione e avviare un confronto. È fondamentale, come ha detto

il segretario Fossi, che il Pd esca forte e unito".