ANTONIO PASSANESE
Cronaca

Arno in salute, sogno balneare: “Il nostro fiume come la Senna. In futuro si potrà fare il bagno”

Le analisi di Arpat, secondo Gaia Checcucci dell’Autorità di Bacino, “non sono preoccupanti”. Il via libera sarà concesso dalla Regione, dopo 16 mesi di test, su richiesta del Comune

Arno, le analisi di Arpat secondo Gaia Checcucci dell'Autorità di Bilancino "non sono preoccupanti"

Arno, le analisi di Arpat secondo Gaia Checcucci dell'Autorità di Bilancino "non sono preoccupanti"

Firenze, 21 luglio 2025 – Dopo anni di siccità, restrizioni e livelli critici, l’Arno torna finalmente a respirare. Il 2025 presenta un quadro positivo per il grande fiume che attraversa Firenze: la sua portata, nella zona urbana, è stabile attorno ai 6 metri cubi al secondo e il lago di Bilancino – la principale riserva idrica dell’area metropolitana – è al 90% della sua capacità d’invaso. A darne notizia è Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino Settentrionale, che definisce la situazione attuale “non preoccupante”. Un vero sollievo dopo il 2022, anno da bollino nero per la crisi idrica, e un 2023 e 2024 che hanno retto grazie a piogge alternate e gestione oculata. Non solo: secondo Checcucci, con le dovute accortezze l’Arno potrebbe addirittura tornare balneabile, un’ipotesi che apre prospettive sorprendenti su un uso diverso e più consapevole del fiume.

Checcucci, qual è lo stato dell’Arno?

“Grazie alle piogge dell’autunno e degli inizi del 2025, periodo nel quale si ricaricano le falde dalle quali preleviamo i due terzi di acqua, posso dire che la situazione è ancora buona, nonostante termperature da record storico. Affinché il nostro ’tesoretto’ sia sempre preservato dobbiamo fare sempre grande attenzione agli sprechi, ai prelievi non autorizzati. Ma contestaualmente bisogna investire sul riuso e, dove è possibile, sugli invasi”.

E per quanto riguarda l’inquinamento?

“Dalle analisi che fornisce Arpat non ci sono motivi che ci inducano ad allarmismi o preoccupazioni, fermo restando che ci sono differenze tra i vari tratti. Ad esempio, dove ci sono i prelievi industriali, come nell’area a valle di Firenze, lo stato qualitativo è peggiore. Questa è la fotografia asettica del nostro piano di gestione e quella che deriva dall’Osservatorio sugli utilizzi idrici che riuniamo con continuità”.

Gaia Checcucci dal 2022 è segretario generale dell’Autorità di Bacino
Gaia Checcucci dal 2022 è segretario generale dell’Autorità di Bacino

Ma questo Osservatorio, secondo lei, funziona? Visto che spesso si parla di tanti soggetti che hanno competenze diverse?

“Da quando l’Osservatorio è stato trasformato in organo dell’Autorità ha acquisito una valenza istituzionale – ne fanno parte lo Stato, due Regioni (Liguria e Toscana), Arpat, Cnr, Lamma e i geologi – Valuta i dati ed elabora gli scenari su cui di volta in volta si determina lo stato di severità, i livelli e si danno indicazioni su cosa c’è da fare”.

A Parigi sono riusciti a rendere balneabile la Senna, crede che prima o poi si potrà fare il bagno anche nell’Arno fiorentino?

“Nel Casentino già lo fanno, immediatamente a monte di Firenze si potrebbe fare, nel tratto cittadino i paramentri non consentirebbero la balneabilità ma ci possiamo arrivare . Io credo che con le dovute accortezze – ci sono dei punti che presentano qualche piccolo problema – e le analisi del caso si possa pensare di farci una nuotata. Ma è il Comune a dover chiedere la balneabilità e la regione ad accordarla dopo aver attivato un monitoraggio di circa 16 mesi con una serie di parametri che devono risultare tutti regolari”.

E la fauna ittica in che stato è?

“L’ecosistema è garantito, non ci risultano criticità, altrimenti saremmo già intervenuti. Al contrario della Pesa, corso d’acqua già interessato, prima delle piogge di luglio, da episodi di secca concentrati nel tratto di valle, in prossimità della confluenza in Arno. Lì registriamo una grande morìa di pesci. Stiamo approfondendo la situazione anche per studiare approvvigionamenti alternativi”.

Infine Checcucci, Bilancino è in uno stato ottimale e per il 2025 i rubinetti non resteranno a secco. Quello che però preoccupa sono le perdite dovute a un acquedotto colabrodo.

“A Firenze siamo al 30% delle perdite. Mi aspetto che le società idriche, che hanno avuto grandi risorse grazie anche al Pnrr, risolvano questo spreco. Perché tutta l’acqua persa non è che poi torni nelle falde acquifere”.