Direttiva “green” sulla casa, come mettersi in regola senza Superbonus

I consigli dell'esperto per raggiungere la classe energetica E in tempo per il 2030

Stefano Corsi

Stefano Corsi

Firenze, 22 febbraio 2023 – Ancora il testo non è definitivo e tutto, o comunque molto, potrebbe cambiare, ma stando alla direttiva europea “green”, entro il 1 gennaio 2030 gli edifici residenziali devono essere almeno in classe energetica E, nella D entro il 2033, passando quindi da un consumo di 91-120 chilowattora a 71-90 per metro quadrato, fino poi a raggiungere le zero emissioni entro il 2050. Secondo i dati diffusi dall'Ordine degli ingegneri di Firenze, in Toscana quasi il 68 per cento degli edifici è da efficientare per raggiungere l'obiettivo del 2030, mentre per la scadenza 2033 la percentuale è più alta e sfiora l'80 per cento. Il parco immobili, infatti, anche nella nostra regione è particolarmente vecchio. Se poi si parla di condomini, costruiti per la maggior parte negli anni Sessanta-Settanta del Novecento, si stima che il 75-85 per cento del totale non sia in regola per la prima scadenza. Ma se poche sono le case “green”, cosa devono fare i toscani, soprattutto quelli che abitano nei condomini, in vista del 2030? Lo abbiamo chiesto ad un esperto, Stefano Corsi, presidente della commissione ambiente ed energia dell'Ordine degli ingegneri di Firenze.

I condomini sono poco green, come mai? «Il Superbonus non ha aiutato perché i condomini sono quelli che meno di tutti hanno usufruito dell'incentivo al 110%, per una serie di complicazioni burocratiche nella procedura, cui si sono aggiunti poi i problemi che tutti conosciamo sulla cessione del credito. Certo, agli svantaggi burocratici si somma il vantaggio che, in caso di ristrutturazioni per efficientamenti energetici, il costo che deve sostenere il singolo condomino è inferiore rispetto a quello che deve sostenere chi ha per esempio una villetta o vive comunque in un edificio indipendente».

In vista della prima scadenza del 2030, che non è poi così lontana, cosa devono fare i condomini? «Non farsi prendere dall’agitazione, perché non è così difficile raggiungere l’obiettivo dettato dalla direttiva. Non dimentichiamo, poi, che il testo può essere modificato e lo Stato italiano deve recepire la direttiva, quindi bisogna vedere in che modo sarà recepita. Inoltre, non significa che chi nel 2030 non vivrà in un edificio di classe E sarà fuorilegge. La direttiva green, piuttosto, deve invece essere vissuta come opportunità».

Adesso però che non c'è più il Superbonus al 110, chi può permettersi interventi da centinaia di migliaia di euro? «Attenzione: per salire alla classe energetica E possono essere sufficienti anche interventi parziali. La direttiva non chiede di raggiungere la classe A, non chiede insomma l'impossibile. Anziché prevedere interventi importanti come quelli che sono stati fatti con il Superbonus, ci sono tanti altri interventi che si possono fare, procedendo per gradi, per esempio iniziando con l'isolamento termico della facciata. Inoltre, si sale di classe energetica anche se si fanno interventi sul singolo appartamento. Per esempio ogni condomino può rifare l'impianto».

Quanto costano questi interventi? «Con il Superbonus i condomini hanno speso mediamente 600mila euro. Ma se per esempio c'è una facciata da rifare, se ne spendono 200mila e se si aggiungono altri 50mila euro si può fare anche il cappotto e ciò basta in molti casi a fare il salto di due classi. Tra l'altro, bisogna ragionare anche sul fatto che se si fanno degli interventi, anche parziali, di efficientamento energetico, si comincia da subito a recuperare una parte della spesa: i consumi si riducono, la bolletta si fa più leggera, e poi restano comunque le detrazioni degli altri bonus».

Tutto facile, insomma? «No, sicuramente. L'opportunità che arriva dalla direttiva green va governata, evitando le logiche che hanno guidato il Superbonus e eliminando quei vincoli burocratici ed economici che ancora esistono. Faccio un esempio: si potrebbe procedere più in fretta verso la sostenibilità ambientale se si potessero installare con più facilità, anche in aree estese come quelle periferiche delle città, i pannelli fotovoltaici. Mettere nei condomini delle pompe di calore alimentate, almeno parzialmente, dall'energia solare sarebbe già più che sufficiente per raggiungere l'obiettivo del 2030 e andare anche oltre».

E chi non ha soldi da investire in queste ristrutturazioni? «Parlavo non a caso di vincoli economici: bene sarebbe se venissero trovate forme di finanziamento a tasso ridotto, garantite dallo Stato, da destinare a chi è in difficoltà economiche».