Nuova direttiva "green" sulla casa. L’85% dei condomini è fuori regola

L’Unione europea chiede lavori rapidi per l’efficientamento energetico: al bando gli immobili classe G

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Pistoia, 22 febbraio 2023 – Migliaia di immobili residenziali, pubblici e commerciali a Pistoia rischiano di essere fuori regola nell’arco dei prossimi sette anni. L’ultima direttiva dell’Unione Europea sulle ‘case green’ d’altronde prevede step rapidissimi per l’efficientamento energetico dei palazzi, che di fatto mette al bando tutti quegli immobili oggi in classe G (cioè la classe peggiore, la migliore è la A). Per Pistoia stiamo parlando di ben l’85% dei palazzi condominiali, cioè quelli costruiti qualche decennio fa e che non sono rientrati nelle recenti riqualificazioni scaturite dal superbonus al 110%. Una tegola pesantissima per tutti i proprietari di case, che ha già creato subbuglio nel mondo politico, e che preoccupa non poco anche l’Anaci, l’associazione degli amministratori di condominio. D’altronde gli step della direttiva Ue sono scanditi (e attenzione il Parlamento Europeo vorrebbe renderli ancora più rigidi): classe energetica F entro il 2030 per tutti gli immobili residenziali, classe E entro il 2033, classe D entro il 2040.

“Di per sé questa normativa potrebbe rappresentare uno stimolo in più per i condomini a migliorare la classe energetica dei palazzi – spiega il presidente provinciale dell’Anaci Prato Pistoia, Roberto Asaro –. I consumi comunque si ridurrebbero almeno del 30% con la riqualificazione e gli immobili acquisterebbero ben altro valore sul mercato. Le tempistiche previste dall’Europa rendono però semplicemente inattuabile il provvedimento. La maggior parte degli edifici di Pistoia risale agli anni ’70, e per lo più sono in classe energetica G. Come si può pensare nell’arco di sette anni di riqualificarli tutti?".

Anaci preannuncia subito una mobilitazione su scala nazionale per fare cambiare idea e tempistiche all’Europa, e aggiunge anche un altro fattore che di certo non faciliterà l’attuazione della direttiva Ue. "Siamo appena venuti fuori dal caos del 110%, con tanti palazzi che da un giorno all’altro hanno dovuto abbandonare l’idea di usufruire del superbonus a causa del cambiamento in corsa delle regole – ricorda Asaro –, figuriamoci se adesso come amministratori di condominio possiamo imporci per fare partire i lavori. In ballo ci sono cifre di migliaia d’euro ad appartamento. Se col 110% bastavano fra i 1.200 e i 1.500 euro a famiglia per assicurare un efficientamento energetico di almeno due classi, adesso col bonus al 90% ne servono circa 7mila. Per non parlare del fatto che il bonus ristrutturazioni nel 2024 passerà al 70% e nel 2025 calerà al 65%. Quindi per efficientare i palazzi serviranno più di diecimila euro a famiglia. È impensabile mettere tutti d’accordo e che ogni condomino abbia la relativa disponibilità economica".

Ma in cosa consisterebbe il mettersi in regola con la direttiva ‘casa green’? Di fatto si tratta di effettuare interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, messa in opera dei pannelli fotovoltaici, installazione di pompe di calore e caldaie di ultima generazione. "Col superbonus si sono portati a termine molte meno riqualificazioni di condomini rispetto a quelle che erano le potenzialità del territorio – conclude Asaro –. Questo a causa delle varie modifiche normative in corsa, che hanno messo in ginocchio molte aziende del settore edile. Di fatto si è coperto appena il 7% dei condomini. Adesso arriverà il periodo delle assemblee condominiali per capire se il progetto di riqualificazione energetica andrà avanti col bonus al 90%. Sarà un segnale che farà capire che aria tira nei condomini. Se in tanti rinunceranno ai lavori, sarà un messaggio inequivocabile mandato anche all’Europa".