"Superbonus: 60 famiglie sul filo". Beffa a Arezzo, un amministratore racconta

Moreno Rossi: "Hanno già sostenuto una serie di spese, ora tutto è a rischio. L’impatto sarà pesante"

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Arezzo, 20 febbraio 2023 – Ci sono sessanta persone in mezzo al guado e con loro aziende edili già pronte a dare il primo colpo di calce per mettere il cappotto ai palazzi. E’ uno spaccato di quello che, più in grande, accade in città e in provincia dopo l’annuncio del governo sullo stop al superbonus edilizio secondo le vecchie regole.

Le nuove disposizioni e i paletti che rispetto a un anno fa restringono ulteriormente il recinto degli accessi alle agevolazioni per ristrutturazione ed efficientamento di palazzi e singole abitazioni, rischiano di creare un effetto domino in un settore come quello dell’edilizia che insieme a oreficeria e moda sta immettendo benzina nel motore della ripartenza.

Un primo impatto c’è già. "E’ la preoccupazione e il senso di disorientamento in cui si ritrovano molte famiglie proprietarie di un appartamento che hanno presentato le pratiche edilizie richieste e sostenuto spese consistenti per tecnici e consulenti, ma adesso non sanno se potranno far partire i lavori e dunque mettere a frutto la spesa sostenuta per la parte preliminare dell’intervento. Nella stessa condizione, anzi in una situazione decisamente peggiore, stanno le ditte che magari sono pronte a fare l’offerta ai condomini ma non hanno la certezza di poter portare a termine i lavori. E in uno stato di incertezza, potrebbero decidere di tirarsi indietro", spiega Moreno Rossi, amministrtatore di condomini che dal suo osservatorio apre una finestra sulle ripercussioni nella vita di famiglie e sulla stabilità delle aziende.

Rossi amministra trenta condomini distribuiti in città e in provincia e tra questi ce ne sono quattro che stanno in mezzo al fiume.

"Non sappiamo che fine faranno le pratiche già avviate. Ci sono proprietari di appartementi che hanno fatto investimenti ricorrendo alla consulenza di tecnici e professionisti per le procedure di sanatoria, diffuse sopratutto nei palazzi della città costruiti negli anni Settanta. Interventi costosi, si parla di migliaia di euro, per mettersi in regola e poter passare alla fase due, ovvero al superbonus. Ma il rischio è aver speso tanti soldi e non poter fare nulla".

Tra i quattro condomini in mezzo al guado, ci sono anche quelli dove "è già stata presentata la Cila come richiesto dalla normativa e la ditta è pronta a partire, tuttavia non sa se potrà farlo o se sarà in grado di farlo, avendo già altri lavori in carico".

Il problema è quello della cessione dei crediti e su questo rischia di avvitarsi il sistema se nel frattempo non interverranno modifiche. Va detto che oggi a Roma il governo incontra le associazioni di categoria che contestano il provvedimento e spiragli di trattativa pare ci siano.

Resta il fatto che "l’impatto più pesante sarà per le aziende e se si considera che l’edilizia muove l’economia, c’è da temere un effetto domino preoccupante sull’intera filiera", ossserva Rossi. Eppure anche lui si ritroverà a gestire i conti che devono tornare, nonostante tutto.

"Se la situazione non cambierà e se non dovessero iniziare i lavori per la cui preparazione hanno già operato i tecnici, io mi ritroverò a dover recuperare le spese sostenute ripartendole tra i proprietari degli appartamenti. E tutto questo andrà ad aggiungersi agli aumenti delle tariffe di luce e gas che, fortunatamente, nei condomini che gestisco sono riuscito a contenere rispetto a situazioni di altri palazzi dove, invece, le famiglie hanno dovuto far fronte a costi triplicati nel giro di un anno".

Insomma, da qualsiasi parte si guardi, la situazione appare ingarbugliata, anche perchè coinvolge famiglie, professionisti, imprese e un indotto a livello provinciale fatto di fornitori e ditte con numeri importanti, anche sul fronte occupazionale. Si attende oggi, per capire che vento tira sui tetti di Arezzo.