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Economia

Arezzo-Usa, affari da 200 milioni. Gioielli, moda ed elettronica: tre settori con l’incubo dei dazi

I dati della Camera di commercio sugli interscambi: meno 34 milioni rispetto a un anno fa. Il settore orafo regge anche se si sgonfia la ‘bolla’ Turchia. Il resto della manifattura arretra. L’export si ferma a 200 milioni di euro, in calo rispetto ai 234,5 milioni del 2024 e ai 257,7 milioni del 2023

Arezzo-Usa, affari da 200 milioni. Gioielli, moda ed elettronica: tre settori con l’incubo dei dazi

Arezzo, 11 luglio 2025 – Tra guerre e dazi il sistema aretino affronta con diverse ansie e qualche speranza la turbolenza globale: il balzo dei metalli preziosi ha come contrappasso la stagnazione della gioielleria. Un anno passato sull’altalena dell’incertezza: sospeso tra le guerre in Medio Oriente e Ucraina, il forte arretramento della Turchia e la prospettiva dei dazi da agosto, il 2025 è un banco di prova difficile per la tenuta del sistema produttivo aretino. I segnali? Il leggero rallentamento dei metalli preziosi, nonostante che la materia prima sia cresciuta di quasi il 40% nell’ultimo anno.

Arezzo Oroarezzo varie edizioni
Tra guerre e dazi alcuni comparti affrontano con qualche ansia gli sconvolgimenti globali di questi ultimi mesi

Non basta la corsa all’oro come bene rifugio a un distretto che da solo rappresenta l’80% dell’export aretino, oltre 12 miliardi dei 15 complessivi. Sul podio, a debita distanza, l’elettronica e l’elettrotecnica che con 76 milioni di export ha superato moda e calzatura a 72 milioni.

Ue e Usa trattano a oltranza: un’intesa di principio potrebbe arrivare a giorni, ma resta alto il rischio che Washington imponga dazi superiori al 10%. Il commissario europeo Dombrovskis assicura “sforzi intensivi per un accordo entro il 1° agosto”, mentre Bruxelles valuta contromisure in caso di rottura. I negoziati sono entrati in una fase intensa in vista del Consiglio Ue del commercio convocato in via straordinaria lunedì. Oggi è prevista la riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi dell’Unione europea.

Le tensioni geopolitiche hanno spinto in alto le quotazioni, con il prezzo dell’oro che ha sfiorato i 100 euro al grammo. Oggi il metallo veleggia poco sotto, intorno a quota 91, la lavorazione rallenta. L’arretramento è dovuto in buona parte al tracollo della Turchia, per un paio di anni sbocco privilegiato di catename grezzo non sottoposto ai dazi dei lingotti: -41,2%. Sembra sgonfiarsi così una bolla che negli ultimi trimestri aveva drogato il mercato.

I dati della Camera di commercio parlano chiaro: l’export complessivo si ferma a 200 milioni di euro, in calo rispetto ai 234,5 milioni registrati nel primo trimestre 2024 e ai 257,7 milioni del 2023. In controtendenza le importazioni, che salgono da 254,5 milioni a 353,5 milioni di euro, facendo segnare un incremento su base annua di oltre 98 milioni.

A trainare l’export resta il settore manifatturiero, che vale oltre 198,88 milioni, ma anch’esso in discesa rispetto ai 232,5 milioni del 2024 e ai 257,5 milioni del 2023. Il cuore della bilancia commerciale resta la gioielleria e la lavorazione di pietre preziose con 105,8 milioni di euro esportati nei primi tre mesi del 2025.

Seppure in calo rispetto ai 116,3 milioni dell’anno precedente, il comparto continua a rappresentare più della metà del valore totale dell’export manifatturiero verso gli Usa. Il 2025, insomma, si sta confermando un anno senza certezze.

L’oro tiene in piedi l’export, ma l’industria perde smalto. E Arezzo, città d’impresa, sa che non può vivere solo di lingotti. “I dazi non sono mai solo una questione economica: sono una partita geopolitica, e purtroppo a volte siamo costretti a subirla. Ma possiamo, con visione e flessibilità, trasformare anche questa crisi in un’occasione” incita Massimo Guasconi, presidente della Camera di commercio di Arezzo e Siena pronto a mettere in campo contromisure.

Ma i dazi non sono solo politiche commerciali: sono termometri della febbre di un’economia sempre più esposta e abbandonata alla volatilità globale.