MONICA PIERACCINI
Economia

La Toscana invecchia, servono badanti e colf: necessari oltre 134mila lavoratori domestici entro il 2028

Secondo il terzo rapporto Assindatcolf, si tratta di un fabbisogno in costante crescita. Solo nel triennio 2026-2028 previsto un incremento medio annuo di 1.309 nuove unità. “Urgente una programmazione strutturata e un piano serio per la qualificazione del lavoro domestico”

La Toscana invecchia, servono badanti e colf: necessari oltre 134mila lavoratori domestici entro il 2028

Firenze, 18 giugno 2025 – In Toscana la domanda di lavoratori domestici continua a crescere, trainata dall’invecchiamento della popolazione e dalla necessità sempre maggiore di servizi di cura alla persona. Secondo le stime del terzo rapporto Assindatcolf, il sindacato dei datori di lavoro domestico, elaborato in collaborazione con il Centro Studi Idos su dati Istat e Inps, nel 2028 saranno necessari 77.900 badanti nella nostra regione, stimati 15.600 italiani e 62.300 stranieri. A questi si aggiungeranno 56.200 collaboratori domestici, contro i 55.600 del 2026, per un totale di oltre 134mila lavoratori complessivamente impiegati nel comparto.

Si tratta di un fabbisogno in costante crescita che, solo nel triennio 2026-2028, prevede un incremento medio annuo di 1.309 nuove unità: 378 italiani e 932 stranieri, tra cui 719 provenienti da Paesi extra-Ue.

Toscana, una Regione che invecchia: entro il 2028 necessari oltre 134mila lavoratori domestici
Toscana, una Regione che invecchia: entro il 2028 necessari oltre 134mila lavoratori domestici

«Questi numeri – sottolinea Assindatcolf – evidenziano l’urgenza di una programmazione strutturata dei flussi in ingresso di lavoratori stranieri, ma anche di un piano serio per la qualificazione del lavoro domestico, che rappresenta un settore chiave del welfare familiare italiano». Secondo il report, infatti, le stime attuali potrebbero rivelarsi sottodimensionate, a causa di fattori non pienamente prevedibili: dall’invecchiamento degli stessi lavoratori stranieri impiegati come colf e badanti (l’Inps ha rilevato un +22,5% di pensionati stranieri tra 2020 e 2023), ai rientri nei Paesi di origine, fino al fenomeno crescente delle migrazioni circolari.

A livello nazionale, il fabbisogno complessivo stimato per il 2028 ammonterà a oltre 2 milioni e 74 mila lavoratori domestici, di cui 1,4 milioni stranieri. Quasi il 9% di questi si concentrerà in Toscana, che si conferma la terza regione in Italia per presenza nel settore, dopo Lombardia e Lazio.

Colf e badanti, un fabbisogno in costante crescita: solo nel triennio 2026-2028 incremento medio annuo di 1.309 nuove unità (foto di repertorio)
Colf e badanti, un fabbisogno in costante crescita: solo nel triennio 2026-2028 incremento medio annuo di 1.309 nuove unità (foto di repertorio)

Chi sono i lavoratori domestici in Toscana

Dalle rilevazioni Inps emerge anche l’identikit di chi svolge questa attività. A livello nazionale le badanti hanno superato le colf, rappresentando oggi il 50,5% del totale, una tendenza legata soprattutto all’aumento della domanda di assistenza agli anziani. Le colf restano prevalenti tra i lavoratori italiani, mentre le badanti sono in gran parte donne straniere, in particolare provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale, dal Nord Africa e dall’America Latina.

L’età media del comparto è piuttosto elevata: il 18,6% ha tra i 55 e i 59 anni, e il 25,7% è over 60. I lavoratori domestici under 25 sono appena l’1,5%, un dato che conferma la difficoltà del settore ad attrarre giovani.

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Quanto guadagnano

A livello retributivo, le tabelle nazionali di riferimento indicano per le colf conviventi un minimo di circa 900 euro al mese per un livello base, mentre le badanti possono arrivare a guadagnare fino a 1.200-1.400 euro mensili, a seconda del grado di non autosufficienza dell’assistito e delle competenze richieste. La forte presenza di lavoro irregolare, soprattutto tra i lavoratori extra-Ue, rende però difficile una rilevazione completa e attendibile delle retribuzioni effettive.

La sfida, secondo il report, sarà quindi duplice: regolarizzare e qualificare il lavoro domestico da un lato, e garantire un ricambio generazionale sostenibile, anche alla luce dell’invecchiamento della manodopera e della ridotta disponibilità di risorse autoctone. Per farlo sarà necessario un maggiore coordinamento tra politiche di welfare, formazione professionale e gestione dei flussi migratori.