MONICA PIERACCINI
Cronaca

Terre rare, litio e antimonio: la Toscana al centro del nuovo programma nazionale di esplorazione mineraria

Da Castiglioncello alla Maremma, passando per le aree geotermiche: via alla mappatura delle risorse critiche nei territori toscani

Ispra, localizzazione delle mineralizzazioni antimonifere del Distretto maremmano Sono stati indicati i nomi delle località dove, in passato, sono state condotte attività estrattive.

Ispra, localizzazione delle mineralizzazioni antimonifere del Distretto maremmano Sono stati indicati i nomi delle località dove, in passato, sono state condotte attività estrattive.

Firenze, 2 luglio 2025 – C'è anche la Toscana tra le regioni protagoniste del Programma nazionale di esplorazione mineraria, Pne, appena approvato dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica e affidato per la sua realizzazione al servizio geologico d’Italia di Ispra.

Il piano coinvolge 14 progetti su scala nazionale, con l’obiettivo di aggiornare la mappa mineraria italiana a oltre trent’anni dall’ultimo investimento pubblico nel settore. Al centro ci sono le materie prime critiche e strategiche per l’industria e la transizione ecologica, come litio, antimonio, magnesio, terre rare, rame, boro, grafite, e altre risorse fondamentali per tecnologie verdi e digitali.

I tre poli toscani dell’esplorazione mineraria

Tre le aree della Toscana individuate per attività esplorative mirate: le zone geotermiche per il litio, la Maremma per l’antimonio e la Toscana centrale per la magnesite.

1. Litio nascosto nelle rocce e nei fluidi geotermici

Il litio è una delle risorse più cercate al mondo e la Toscana potrebbe avere un ruolo chiave nella sua futura estrazione, grazie a giacimenti non convenzionali ancora mai sfruttati. Le ricerche interesseranno in particolare:

  • Fluidi geotermici ad alta entalpia nella fascia vulcanica peri-tirrenica;
  • Graniti cenozoico-quaternari della Toscana;
  • Altri contesti geologici anche in Lazio, Campania, Marche, Piemonte ed Emilia-Romagna.

Questi giacimenti rappresentano una sfida scientifica e industriale, ma anche una possibile opportunità per fare della Toscana un polo innovativo nella corsa europea all’autonomia sulle materie prime.

2. Maremma, il ritorno dell’antimonio (e forse dell’oro)

Nel sud della regione sarà oggetto di approfondite esplorazioni il Distretto Antimonifero della Maremma, dismesso nel 1995 dopo aver prodotto oltre 15milatonnellate di antimonio.

Le nuove ricerche si concentreranno su tre ex siti minerari principali – Tafone, Macchia Casella e Montauto – per verificarne il potenziale residuo. Il minerale presenta anche contenuti accessori di oro, che in passato hanno raggiunto concentrazioni di alcuni grammi per tonnellata.

Il programma prevede:

  • Analisi di archivio e digitalizzazione di dati storici;
  • Nuove rilevazioni geologiche e campionamenti;
  • Analisi in laboratorio con le più moderne tecniche petrografiche e geochimiche;
  • Modellazione 3D dei giacimenti.

3. Toscana centrale: magnesite tra Castiglioncello e Querceto

Un altro capitolo riguarda la magnesite, minerale strategico per l’industria chimica e dei refrattari. In Toscana centrale, tra le province di Livorno e Siena, saranno esplorati gli storici giacimenti di Castiglioncello e Querceto, attivi nella prima metà del Novecento.

La produzione, concentrata durante i periodi bellici, fu poi abbandonata senza indagini approfondite. I filoni ad alto tenore (fino al 95%) di magnesite criptocristallina potrebbero rivelare nuovo potenziale grazie a rilievi moderni e modellazione geologica tridimensionale.

Un ritorno strategico alle risorse del territorio

Il programma nazionale prevede investimenti per 3,5 milioni di euro nella fase iniziale e coinvolgerà oltre 400 specialisti in tutta Italia. L’obiettivo è duplice: fornire indicazioni preliminari agli investitori italiani ed esteri, ma anche dotare il Paese di una mappatura aggiornata delle sue potenzialità minerarie in chiave sostenibile.