Remy Morandi
Cronaca

Tutti con un compito diverso: il "palo", quello che nascondeva le auto, le prove da bruciare

Il colpo è stato il risultato di una lunga fase preparatoria: furto dei mezzi, analisi dei percorsi, sostituzione delle targhe, pianificazione della fuga, creazione di alibi

Il parabrezza del furgone portavalori crivellato di colpi

Il colpo al portavalori è stato il risultato di una lunga fase preparatoria: il furto dei mezzi, l’analisi dei percorsi, la sostituzione delle targhe, la pianificazione della fuga e la creazione di alibi credibili sono alcuni degli elementi che dimostrano l'elevato grado di organizzazione del commando. 

I membri del gruppo erano partiti dalla Sardegna in giorni differenti, sbarcando in porti diversi per non destare sospetti. Sono poi rientrati nell'isola dopo l'assalto passando nuovamente da scali diversi. 

Uno dei complici, il "palo", è stato incaricato di fare da vedetta. Ha in particolare atteso per ore all'interno della propria auto vicino alla rotonda d'accesso all'Aurelia, avvisando il gruppo con una telefonata nel momento esatto in cui i furgoni partivano. 

Il membro più anziano del gruppo, residente nell'entroterra pisano, ha messo a disposizione il proprio domicilio per nascondere le auto e offrire rifugio dopo la rapina. Ha anche cercato di cancellare le prove del crimine, dando fuoco a oggetti relativi alla rapina. 

 

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