Luca Boldrini
Cronaca

Assalto al portavalori sull’Aurelia, 11 arresti. Trecento carabinieri per sgominare il commando

Lo scorso marzo due furgoni furono depredati all’altezza di San Vincenzo: un bottino da 3 milioni di euro. Ordinanze di custodia cautelare fra la Toscana e la Sardegna

Assalto al portavalori sull’Aurelia, 11 arresti. Trecento carabinieri per sgominare il commando

Livorno, 19 maggio 2025 – Undici arresti per il clamoroso assalto al portavalori sull’Aurelia a San Vincenzo lo scorso 28 marzo. Si tratta di undici italiani, tutti sardi, di età compresa fra i 33 e i 54 anni, originari di Nuoro e provincia e in gran parte allevatori e contadini, ma dediti a rapine e specializzati nell’uso di armi, anche da guerra.

Imponente il dispositivo delle forze dell’ordine messo in campo per eseguire gli arresti: in tutto oltre 300 carabinieri coinvolti. SI tratta dei militari del comando provinciale di Livorno, affiancati dall’Arma territoriale competente, dal Ros, dal Gis, dal 1° Reggimento Paracadutisti Tuscania, gli squadroni eliportati Cacciatori Sardegna e Sicilia, i nuclei elicotteri di Pisa e di Elmas, i Sos dei Battaglioni Toscana e Sardegna, il nucleo Cinofili di Firenze: tutti impegnati dalla scorsa notte nell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere nelle province di Nuoro, Pisa e Bologna.

I veicoli in fiamme dopo l'assalto ai portavalori sulla Variante Aurelia a San Vincenzo
I veicoli in fiamme dopo l'assalto ai portavalori sulla Variante Aurelia a San Vincenzo

Le accuse al commando

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Livorno su richiesta della Procura della Repubblica labronica nei confronti degli undici indagati, ritenuti responsabili a vario titolo e in concorso di rapina pluriaggravata, detenzione e porto in luogo pubblico di diverse armi da guerra, munizioni da guerra, esplosivo e armi comuni da sparo nonché di furto pluriaggravato e ricettazione.

Il colpo grosso sull’Aurelia

L’indagine era scattata subito dopo il clamoroso assalto di marzo ai due furgoni portavalori in transito sull’Aurelia all’altezza di San Vincenzo: il commando armato di tutto punto, composto da soggetti col volto coperto, dal marcato accento sardo, riuscì a portare via circa 3 milioni di euro, riuscendo a scappare. Avevano almeno tre auto: allo speronamento iniziale seguirono spari e fiamme, a cause dei mezzi incendiati. Le indagini hanno portato a ricostruire le relazioni e le attività svolte dagli indagati (alcuni esecutori materiali e altri con funzioni di supporto), tutta gente esperta nell’utilizzo di armi anche da guerra e di esplosivi.

Assalto al portavalori sull’Aurelia, 11 arresti. Trecento carabinieri per sgominare il commando

Per essere sicuri di non sbagliare i tempi, il palo era stato per 3 ore fermo alla rotonda in attesa di dare il segnale: il portavalori si era messo in moto.

Mesi per preparare il piano

Erano serviti mesi per preparare il colpo grosso, ideato probabilmente da settembre 2024, cioè sette mesi prima dell’esecuzione: il gruppo aveva lavorato per costruire gli alibi, reperire i mezzi da utilizzare, le armi, stabilire ogni singola mossa senza sbagliare nulla. Le partenze verso il continente erano fatte a scaglioni e ben distanziate temporalmente; per creare alibi alcuni dei malviventi erano andati in posti lontani, come una fiera agricola in Umbria, oppure in Emilia Romagna a comprare un mezzo agricolo. Ma in meno di due mesi le tracce lasciate hanno portato a individuare il commando.

Assalto a portavalori, undici arresti, disarticolata banda
Il parabrezza del furgone portavalori crivellato di colpi

Il complice nel Pisano

Il più anziano degli indagati è da anni stanziale nell’entroterra pisano (presumibilmente in Valdicecina): è lui ad aver ospitato i complici per passare la notte dopo il colpo, ad aver nascosto due macchine usate per l’assalto e ad aver bruciato quello che poteva rappresentare una prova.