CARLO BARONI
Cronaca

Il crac della conceria Pegaso: “Non abbiamo soldi per mangiare”

La disperazione dei 43 dipendenti dopo l’annuncio della richiesta di liquidazione giudiziaria

La conceria Pegaso Spa di Ponte a Cappiano ha formalizzato la richiesta di liquidazione giudiziale

La conceria Pegaso Spa di Ponte a Cappiano ha formalizzato la richiesta di liquidazione giudiziale

Fucecchio (Firenze), 23 agosto 2025 – “Qui ci sono da pagare affitti, mutui, c’è da mangiare, quello che è successo è scandaloso”.

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La Pegaso spa in liquidazione, 43 dipendenti vanno a casa

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Sono le parole disperate di Giuseppa Marcadini, da 25 anni uno dei 43 dipendenti della conceria Pegaso Spa di Ponte a Cappiano che, alla vigilia della ferie, ha formalizzato la richiesta di liquidazione giudiziale.

Signora Giuseppa, qual è la situazione alla vigilia del tavolo a Firenze?

“Per lunedì 25 agosto è stato convocato un tavolo sulla crisi che interessa la Pegaso. Ma noi siamo dentro un dramma”.

I nodi sono stipendio e lavoro.

“Con questo costo della vita è una tragedia. Non abbiamo ricevuto un euro e siamo in fortissima difficoltà: consideri che abbiamo lavorato sempre, anche nel mese di luglio. Non è giusto lasciarci senza stipendio: ora, poi, con la liquidazione giudiziale chissà quando vedremo qualcosa”.

C’erano avvisaglie di difficoltà?

“Segnali particolari no. Giravano voci. Ma giravano anche l’anno scorso, sempre a fine luglio: poi, invece, abbiamo lavorato tutto l’anno. E’ stata fatta solo un po’ di cassa integrazione a rotazione. Nulla di concreto faceva presagire una situazione come questa, di restare senza soldi e senza lavoro”.

Lei è stata la prima a muoversi.

“Ci hanno dato le buste paga, ma in banca non c’era il bonifico. Ho allertato io il sindacato, che non era stato informato di alcunché dall’azienda: le prime verifiche hanno subito scoperto la mossa dei titolari”.

Quali aspettative avete dalla riunione di lunedì?

“L’ho detto a tutti: fra le priorità del tavolo deve esserci quella di sbloccare i fondi per farci avere i nostri soldi. Qui è in ballo la tenuta delle famiglie: c’è da mangiare, da pagare le bollette. E’ giusto restare senza un euro dopo aver lavorato? No, non lo è. Vogliamo i nostri soldi”.

L‘assessora al lavoro Alessandra Nardini, dopo la richiesta della Filctem Cgil, ha fatto convocare il tavolo che vedrà la partecipazione dell’unità di crisi della Regione e del consigliere del presidente Giani per le crisi aziendali, Valerio Fabiani.

“Ci impegneremo con tutti gli strumenti a disposizione per salvare i 43 posti di lavoro e garantire la continuità produttiva – ha detto Nardini –. La moda sta affrontando, una fase di grave crisi, ma questo non giustifica il comportamento dell’azienda che non può disinteressarsi dei lavoratori”.