SONIA FARDELLI
Cronaca

Vedovini racconta la storica vittoria: "Così ho trasformato Porta del Foro. I segreti? Più fiducia e buoni cavalli"

"Rossi ha una mira unica, il resto è frutto del lavoro". Obiettivo? "Una squadra con quattro titolari". Il figlio è con lui. "Lo tratto come gli altri, ha talento e crescerà". Il trionfo sul suo ex quartiere.

Enrico Vedovini in vesti giallocremisi insieme ai due giostratori vincenti, Francesco Rossi e Matteo Vitellozzi

Enrico Vedovini in vesti giallocremisi insieme ai due giostratori vincenti, Francesco Rossi e Matteo Vitellozzi

Enrico Vedovini si gode la sua prima vittoria da allenatore. Un successo che ha fatto gioire e piangere di commozione tanti chimerotti non poi così abituati a riportare in sede la lancia d’oro. Questa volta ce l’hanno fatto ed hanno creato con il nuovo allenatore un gruppo forte alle scuderie e che negli anni saprà togliersi tante altre soddisfazioni.

Vedovini, che sapore ha la prima vittoria da allenatore? "Una bellissima sensazione. È un ripartire da zero dopo tanti anni di carriera da giostratore. Sapevo che dovevo chiudere il 2025 con una vittoria e ce l’ho fatta, ma non è un successo del singolo, ma di un gruppo che ha saputo seguire alla perfezione quello che io ed altri chiedevamo. La vittoria è arrivata ed è stato bellissimo. È un’emozione unica rendere felice la gente. Ho visto anche persone di una certa età commuoversi".

Qual è stata la chiave per rendere vincente un quartiere che non lo era da anni? "Fare le scelte subito ad inizio anno e credere in queste. E poi dare ai giostratori buoni cavalli per affrontare la sfida al Buratto. Lavorare tanto per capire che soggetti abbiamo a disposizione. A giugno c’è stato l’errore con il cavallo di Rossi, abbiamo capito e corretto. E Hollywood si è dimostrato un soggetto eccezionale".

Francesco Rossi di cosa aveva bisogno per sbloccarsi? "Di tanta fiducia e di persone che credono in lui. E poi anche di un cavallo di qualità. Sulla mira di Francesco non ho mai avuto dubbi, lo conosco da tanti anni. Su tutto il resto abbiamo lavorato tanto e le cose sono cambiate".

Matteo Vitellozzi come è andato? "Matteo è venuto in Piazza dopo una settimana piuttosto travagliata, in cui sono venuti fuori alcuni problemi. Sapevamo di non avere una coppia da dieci. Ed abbiamo fatto una Giostra valutando bene i nostri punti forti e deboli. La speranza era di andare agli spareggi e di andarci con pochi quartieri. Una volta che è uscito Porta Santo Spirito ci siamo sentiti già più sollevati. Poi abbiamo cercato di fare leva sui punti deboli di Sant’Andrea e correre per ultimi ci ha avvantaggiato. Adesso abbiamo tutto un anno per lavorare e migliorare. Matteo è un ragazzo favoloso, umile, pronto a seguire gli insegnamenti".

E Giulio Vedovini? "Lo tratto da giostratore, come tutti gli altri e questo a lui piace. Il consiglio che gli ho sempre dato è lo stesso: vai in un quartiere dove puoi lavorare tranquillo e che ti permetta di crescere. Non dimentichiamoci che deve finire ancora 17 anni. Quando è a cavallo però è freddo, concentrato e determinato. Ci vedo grandi qualità. Ed ha portato nella squadra di Porta del Foro una sana competizione. Per lui è tutto una sfida, è un provocatore".

Il futuro di Porta del Foro? "Il mio obiettivo è fare una bella squadra. E per ora i presupposti ci sono tutti. Sono quattro ragazzi che lavorano benissimo insieme, che si aiutano, non c’è rivalità. Spero di arrivare ad avere quattro giostratori intercambiabili, dove i titolari sono quelli in quel momento più in forma o che hanno i cavalli più preparati".

E il suo sogno? "Che siano loro stessi a vedere chi deve essere titolare in quella Giostra".