SONIA FARDELLI
Cronaca

La commedia di Dante. Tre ruoli con la Chimera: "La scuderia è una forza"

Nocentini, una carriera iniziata nel 1974 vestendo i panni durante la sfilata. Poi l’esperienza da capitano e adesso il lavoro quotidiano tra i cavalli. .

Dante Nocentini, ex capitano vittorioso e ora presidente dell’associazione che segue le scuderie Petrognano, festeggia il mezzo secolo con Porta del Foro. Cinquant’anni da figurante come è iniziata la carriera in giallocremisi? "Mi sono avvicinato al quartiere dopo la vittoria del 1974 iniziando a dare una mano. Facevo tutto quello che serviva, in seguito sono passato alle scuderie perché mi affascinava il mondo dei cavalli. Anche se non si trattava di vere e proprie scuderie. C’era semplicemente una stalla dove venivano "parcheggiati" i cavalli nella settimana delle prove. Sono riuscito ad indossare il costume giallocremisi nel 1976. Frequentando la stalla, mi fecero fare il palafreniere di casata. Il mio cavaliere era Enzo Cataldi con il quale ha fatto coppia fino al 1982 quando sono stato promosso a cavaliere di casata".

Subito nell’ambiente dei cavalli. Come venivano gestiti allora i soggetti da Giostra? "A quei tempi non esistevano le scuderie perché i giostratori erano tutti stranieri e arrivavano la settimana delle prove portando i loro cavalli. L’unico quartiere che aveva i giostratori aretini eravamo noi di Porta del Foro. Questa scelta ci portò all’esigenza di una stalla comune che il Tripoli individuò in una casa di campagna in località Nischieto dove i nostri giostratori, e tutti coloro che lo desideravano, potevano cimentarsi contro il Buratto. A quel tempo, purtroppo, non capimmo l’importanza di mantenere una scuderia nostra, dove far crescere nuovi talenti. E questa venne chiusa con l’avvento dei fratelli Veneri che avevano una scuderia loro".

Poi l’esperienza come capitano. Quale il ricordo più caro? "Sicuramente la vittoria con Davide Parsi e Gabriele Innocenti dopo 12 anni di digiuno del quartiere. E poi la soddisfazione di aver creato una squadra di persone affiatate, perché per vincere la Giostra bisogna fare squadra. Non ci sono individualismi, si vince in due. Anzi vince tutto lo staff perché è necessario il giostratore, ma è necessario anche chi lavora alle scuderie per accudire i cavalli".

E adesso presidente delle scuderie a Petrognano, cosa è cambiato? "Questo ruolo mi inorgoglisce molto e credo di essermelo meritato visto che ho fortemente voluto che si creasse questa struttura. Abbiamo una scuderia autonoma che si gestisce da sola ed ha un suo consiglio direttivo. Ci sono tanti ragazzi che fanno volontariato oltre a due persone fisse che si occupano della cura dei cavalli. Ma alle scuderie non c’è solo da accudire i cavalli, bisogna anche far manutenzione alla lizza e al rettangolo, tagliare l’erba, pensare agli approvvigionamenti di fieno e tanto altro. Adesso abbiamo 12 cavalli, di cui alcuni di proprietà del quartiere. Tra qualche mese completeremo la struttura arrivando ad una capienza di 16 cavalli".