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Turismo, estate senza folla. Il picco di presenze è a maggio e settembre

Il settore regge ma le imprese faticano di più. La Città del Natale fa da traino. Lodone: "Per quest’anno attese un milione di presenze e ricavi fino a 45 milioni". .

Il picco di occupazione è stato registrato nel mese di. maggio con l’85%

Il picco di occupazione è stato registrato nel mese di. maggio con l’85%

di Gaia Papi AREZZO Un turismo che resiste, pur tra le difficoltà di un contesto economico e climatico sempre più complicato. È la fotografia che traccia Laura Lodone, responsabile area turismo di Confcommercio Toscana, guardando ai primi sette mesi del 2025: un settore che tiene, ma a prezzo di un impegno crescente da parte delle imprese. "Non c’è una grossa differenza rispetto all’anno scorso – spiega – il tasso di occupazione alberghiera è rimasto più o meno stabile. Solo gennaio ha registrato un forte calo, ma per il resto ci attestiamo sugli stessi livelli del 2024. La tariffa media è cresciuta appena di 1 euro in media, un arrotondamento che sta nella logica dell’inflazione". Un piccolo incremento che non basta a cambiare il quadro generale.

"Il fatturato tiene – aggiunge – ma per arrivarci oggi si fa molta più fatica: lo stesso discorso vale anche per i ristoranti, dove lo scontrino medio è sceso e i clienti spendono meno". Il "revenge tourism" post-Covid appartiene ormai al passato. "Nel 2022 e nel 2023 c’era una corsa a viaggiare, la gente restava una notte in più, spendeva con maggiore leggerezza. Ma era un fenomeno congiunturale, legato alla voglia di recuperare il tempo perduto, non un modello strutturale. Oggi stiamo tornando alla normalità". Una normalità che pesa anche per la crisi dei mercati esteri, dalla Germania alla Francia fino al Regno Unito, storicamente bacini fondamentali per il turismo toscano. Cambia anche la stagionalità. I dati parlano chiaro: nel 2025 il tasso di occupazione alberghiera ha toccato il 60% a marzo, il 72% ad aprile, l’85% a maggio e il 76% a giugno. Poi un calo a luglio con il 68% e ad agosto con il 52%. Per i mesi successivi, i dati disponibili del 2024 indicano l’81% a settembre, il 79% a ottobre, il 76% a novembre e il 75% a dicembre. "Si vede che luglio e agosto sono meno affollati di turisti stranieri, mentre settembre continua a crescere, allungando la stagione – osserva Lodone –. È un movimento lento ma costante". Dicembre resta comunque forte grazie alla Città del Natale, che ha consolidato il proprio ruolo di evento trainante. Proprio sulla Città del Natale Lodone cita una previsione che arriva da un sistema basato sull’intelligenza artificiale, il PredictHQ, capace di analizzare big data e flussi digitali: "Quest’anno stima un milione di presenze tra metà novembre e inizio gennaio, con 12 milioni di euro di ricavi per le strutture ricettive e 44-45 milioni per la ristorazione. È una proiezione da prendere con cautela, ma coerente con l’impatto crescente dell’evento". Un dato che conferma come la manifestazione non sia più soltanto un’iniziativa locale, ma un brand riconoscibile capace di attirare turismo da tutta Italia e dall’estero.

Il quadro che emerge è quello di un turismo che tiene, ma che costa sempre più fatica. "Se prima bastava organizzare quattro iniziative perché tre funzionassero, oggi bisogna farne dieci per avere lo stesso risultato – conclude Lodone –. È la sfida che attende il comparto: restare competitivo in un mondo che cambia rapidamente, tra mutamenti climatici, crisi economiche e nuove abitudini dei viaggiatori".