
Il fatto è avvenuto al lago Azzurro, in prossimità del Tevere in località Mancini, vicino alla frazione di Gragnano
di Claudio RoselliSANSEPOLCROSi tuffa per andare a riprendere la canna da pesca, ma il lago lo restituisce cadavere. Una parentesi di relax trasformatasi in tragedia. La vittima è un uomo di 80 anni (G.T. le iniziali), residente nel centro urbano di Sansepolcro. Si era recato al lago Azzurro, uno dei tanti specchi d’acqua ricavati dall’attività di escavazione in prossimità del Tevere, che si trova in località Mancini, vicino alla frazione di Gragnano. A differenza degli altri, si tratta in questo caso di una struttura organizzata: vi ha sede la locale associazione dei pescatori sportivi e chiunque, se in regola, può utilizzarlo per coltivare la propria passione. E così era stato per lui ieri pomeriggio, quando in compagnia di un amico aveva raggiunto il lago; verso le 16, era riuscito a prendere una trota, che tuttavia avrebbe opposto una resistenza all’amo tale da fargli sfuggire di mano la canna. L’anziano, senza pensarci due volte, ha deciso allora di togliersi maglietta e pantaloni per andare a recuperarla; si è gettato in acqua e a quel punto – con ogni probabilità – sarebbe stato colpito da un collasso che purtroppo si è rivelato fatale, anche perché è stato fatto notare che la profondità del piccolo bacino è alquanto limitata. Ipotermia, quindi? Non è da escludere. Sta di fatto che l’80enne è all’improvviso scomparso, come se fosse stato inghiottito; soltanto dopo alcuni secondi è riemerso in superficie, anche se era troppo tardi, dal momento che il galleggiamento del corpo aveva già fatto capire che non c’erano più speranze. I soccorsi sono scattati con celerità: sul posto sono arrivati l’ambulanza, l’elicottero Drago e i vigili del fuoco, che però hanno potuto soltanto recuperare il cadavere del pensionato; del fatto si stanno occupando anche i carabinieri della locale Compagnia. Una morte che si somma a quella avvenuta poco più di due anni fa, nel 2023, in un altro dei laghi, il più grande come superficie, presenti nell’area di golena del Tevere e ubicato poco sopra, all’altezza di Viaio di Anghiari; era una domenica mattina quando Daniel Botos, 45enne imprenditore edile di origine rumena che viveva a Palazzo del Pero, aveva deciso di fare il bagno per sfuggire alla intensa calura di quel giorno e ci vollero diverse ore – fino a notte - prima che i sommozzatori riuscissero a individuarlo e a estrarre il suo corpo senza vita.