CLAUDIO SANTORI
Cronaca

Polifonico all’italiana. Coro genovese vince e spezza il tabù

L’affermazione di "Sibi Consoni" è la quarta di una formazione nostrana in quarant’anni di concorso. Il bilancio di un’edizione che ha funzionato.

«Sibi Consoni», i vincitori del concorso polifonico

«Sibi Consoni», i vincitori del concorso polifonico

Il Gran Premio Città di Arezzo, che comporta l’iscrizione di diritto al Gran Premio Europeo di Canto Corale rimane a casa. Lo hanno rivelato, dopo un estenuante siparietto alquanto cabarettistico di suspence, la vice sindaca Tanti e il direttore Marzola. Per la quarta volta in questi ultimi quarant’anni se lo è aggiudicato un coro italiano, il coro Sibi Consoni di Genova, dove vola l’ambito trofeo dedicato a Palestrina, opera originale di Francesco Conti, mirata a collegare l’opera di Palestrina con Guido poiché mette in evidenza la “mano guidoniana”; con la coralità perché reca la riproduzione della celebre cantoria di Luca della Robbia e con Arezzo perché reca anche l’immagine del Duomo Vecchio sul Pionta (dove Guido ha soggiornato, insegnato e scritto le sue opere rivoluzionarie) e la facciata della Pieve di Santa Maria. Accompagna il trofeo il non disprezzabile corredo di 3000 Euro!

È stata ieri pomeriggio una bella battaglia alla Caurum Hall fra i cori vincitori dei primi premi nelle sezioni del Concorso, due dei quali italiani: Sibi Consoni (Genova) e Coro Emil Komel (Gorizia) che sui sono aggiudicati primi premi nelle loro sezioni, uno cinese, The Mad Singers di Hong Kong e uno belga, Waelrant Camerata.

È avvenuto ancora una volta il miracolo dell’emozione e dell’entusiasmo che costituisce il clou del Polifonico fin dal lontano 1989, quando proprio ad Arezzo fu organizzata la grande competizione corale che riuniva l’eccellenza dei concorsi internazionali: Arezzo, Debrecen (Ungheria), Tours (Francia), Varna (Bulgaria), poi ampliata con Tolosa (Spagna), Jürmala (Lettonia) e Maribor (Slovenia). L’esiguo numero di cori che si sono iscritti a questa 73.ma edizione è stato compensato dalla validità, con picchi di eccellenza, degli undici cori presenti, che hanno consentito di mantenere i dati artistici e di spettacolo ai consueti livelli. È stato anche confermato il fatto che la coralità nazionale ha ormai cancellato il gap nei confronti dei cori stranieri, di cui ha sofferto per decenni: anche questa è una luce che si è diffusa da Arezzo grazie principalmente al Maestro Fosco Corti la cui sensibilità artistica e il cui insegnamento sono alla base di tutti gli sviluppi successivi (en passant ricordo che l’anno prossimo saranno quarant’anni dalla scomparsa).

Nonostante la presenza di un solo corso iscritto, questa 73.ma edizione ha tenuto botta anche nelle manifestazioni collaterali: a parte infatti il bellissimo concerto di apertura del quale si è detto, ieri mattina il convegno sull’interpretazione di Palestrina si è rivelato uno dei più importanti di sempre. Non è stato infatti un incontro esoterico di dotti che si intendono quasi solo fra di loro perché i relatori Walter Testolin, Arnaldo Morelli e Marco Della Sciucca si sono indirizzati proprio agli esecutori mirando ad accorciare le distanze fra musicologi e musicisti.