REDAZIONE AREZZO

Medicine buttate nel cestino. Parte l’indagine interna. Ceccarelli: "No al linciaggio"

A inizio settimana entra nel vivo il procedimento disciplinare dell’azienda. Sarà applicato il Codice di comportamento. La difesa del consigliere del Pd.

Giulia Checcacci e Rita Segantini buttano i farmaci israeliani nel cestino

Giulia Checcacci e Rita Segantini buttano i farmaci israeliani nel cestino

La dottoressa Rita Segantini e l’infermiera Giulia Checcacci, sono da giorni al centro dell’attenzione dopo aver filmato un gesto simbolico di boicottaggio contro Israele all’interno della Casa della Salute di Stia. Nel video, le due operatrici sanitarie mostrano e gettano nel cestino farmaci dell’azienda israeliana Teva. Il filmato è stato poi diffuso sui social, suscitando un acceso dibattito pubblico e politico. La Asl Toscana Sud Est ha preso le distanze dall’accaduto, dichiarando che le riprese non erano autorizzate e avviando un’indagine interna per valutare eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti delle due professioniste. In risposta alle polemiche, Segantini e Checcacci hanno pubblicato un video di scuse, spiegando che le scatole di farmaci erano campioni gratuiti e che il gesto intendeva essere una protesta contro la situazione a Gaza, senza voler danneggiare l’immagine dell’azienda sanitaria o compromettere la cura dei pazienti.

Secondo il Codice di comportamento dell’azienda sanitaria della Toscana meridionale, consultabile online, i dipendenti pubblici sono tenuti a rispettare principi di imparzialità, trasparenza e correttezza, evitando comportamenti che possano compromettere la fiducia dei cittadini nell’operato dell’ente.

In particolare, l’articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 62/2013 stabilisce che i dipendenti pubblici devono evitare di compiere atti che possano danneggiare l’immagine dell’amministrazione. Pertanto, la diffusione di un video che mostra un gesto simbolico di boicottaggio potrebbe essere considerata una violazione di tali principi. Le sanzioni disciplinari previste per infrazioni di questo tipo possono variare dalla censura all’ammonizione, fino a sanzioni più gravi come la sospensione dal servizio o il licenziamento, a seconda della gravità dell’infrazione e delle circostanze specifiche. Nel caso in questione, l’indagine interna della Asl Toscana Sud Est dovrebbe determinare se il gesto delle due professioniste costituisce una violazione delle norme disciplinari e, in caso affermativo, quale sanzione applicare.

La vicenda ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni esponenti del centrodestra hanno condannato il gesto come inaccettabile e hanno chiesto provvedimenti severi, altri hanno sottolineato la necessità di considerare il contesto in cui è avvenuto il gesto e le intenzioni delle operatrici sanitarie.

Anche il casentinese Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in consiglio regionale, ha commentato: "In questi giorni sto assistendo a un linciaggio: mi pare sufficiente che l’Asl abbia disposto una inchiesta interna" e che le due protagoniste hanno chiarito che si trattava di "un gesto simbolico legato al dramma della guerra di Gaza" e hanno chiesto scusa. Ceccarelli si interroga sulla "logica brutale del tifo che alimenta questa guerra: manca la capacità di distinguere il vero obiettivo, che deve essere quello della fine di una strage inaccettabile".

f.d’a.