GAIA PAPI
Cronaca

Piange il telefonino: tutti al bando. Armadietti chiusi per custodirli o sospensioni per chi li tira fuori

Gli istituti mobilitati a trovare le soluzioni migliori: saranno accessibili solo per la ricreazione. Scatole speciali, cassetti, obbligo di tenerli negli zaini. E i collegi docenti varano i regolamenti. .

Si torna in classe con le nuove regole varate dal ministero: tra queste c’è il divieto di usare i. telefonini

Si torna in classe con le nuove regole varate dal ministero: tra queste c’è il divieto di usare i. telefonini

Scatole, armadietti, cassette, zaini chiusi. Il nuovo anno scolastico si apre con una direttiva ministeriale che non lascia margini: stop ai telefoni cellulari nelle scuole. Una novità solo parziale – molti istituti già si erano mossi con regolamenti interni – ma che ora diventa vincolo stringente. E i dirigenti scolastici si trovano a declinare la norma ciascuno con la propria strategia. Al liceo scientifico, la preside Monica Cicalini annuncia un passaggio fondamentale: "Oggi porterò le proposte elaborate con lo staff al Collegio docenti, perché la gestione concreta spetta a loro. Inizialmente useremo scatole in cui gli studenti depositeranno i cellulari, consegnate al docente della prima e dell’ultima ora. In prospettiva, vogliamo acquistare mobili dedicati con chiavi numerate". Restano nodi da sciogliere: l’uso per motivi didattici, che la normativa pare escludere, e la questione della ricreazione. "Io sarei per vietarlo anche in quel momento – aggiunge – perché è l’occasione giusta per far tornare i ragazzi a guardarsi in faccia, a parlarsi, a scherzare insieme". Una posizione netta: "La condivido, questa norma. I ragazzi sono troppo dipendenti: li vedo la mattina, appena entrati, già con lo sguardo sullo schermo. È diventato un ostacolo alle relazioni".

Al liceo classico, la dirigente Lisa Sacchini racconta un’esperienza già consolidata: "L’anno scorso avevamo emanato una circolare che vietava i cellulari durante l’orario scolastico. Tutto è andato liscio: gli studenti riponevano i telefoni in cassettine e non ci sono state contestazioni. Anzi, molti hanno ringraziato. Continueremo così". Più articolata la posizione dell’Itis, guidato da Luca Decembri: "Abbiamo aggiornato il regolamento con il divieto assoluto, salvo i laboratori tecnici, dove l’uso di alcune app è funzionale alla didattica. È importante distinguere: non demonizziamo lo strumento, ma vogliamo che i ragazzi capiscano che nella quotidianità scolastica va lasciato da parte. Per questo niente scatole o armadietti: preferiamo la responsabilità individuale. Il cellulare resta nello zaino, spento. È una scelta anche di sicurezza: dispositivi di alto valore lasciati in depositi comuni creerebbero problemi".

Al liceo artistico, il preside Luciano Tagliaferri rivendica lo sprint: "Eravamo pronti già da gennaio. Abbiamo comprato armadietti blindati, che i ragazzi usano non solo per i cellulari ma anche per altri oggetti di valore. Il regolamento è stato applicato con gradualità, perché la scuola non è una caserma: è un percorso educativo. Ma oggi i nuovi studenti trovano un sistema già rodato. E la ricreazione, per me, è il momento in cui il divieto ha più senso: è lì che devono parlarsi, non guardare uno schermo". All’istituto Margaritone, il dirigente Renzo Izzi sottolinea la valenza educativa: "Domani il Consiglio d’Istituto approverà la modifica al regolamento. La strada che preferiamo è quella di responsabilizzare gli studenti: cellulari spenti nello zaino per tutta la permanenza a scuola. Previste sanzioni disciplinari, fino alla sospensione, per chi non rispetta il divieto. È una scommessa: insegnare ai ragazzi a riscoprire la comunicazione diretta, lo scambio umano che il digitale ha spesso sostituito". Le modalità applicative variano da scuola a scuola – armadietti, cassette, zaini – ma l’obiettivo resta lo stesso: recuperare attenzione e relazioni.