REDAZIONE AREZZO

Pecorelli dal carcere: "Ora la Cassazione"

L’ex imprenditore ha interrotto lo sciopero della fame nella prigione albanese di Tirana

Davide Pecorelli alcuni mesi fa in Italia

Davide Pecorelli alcuni mesi fa in Italia

"Pronto? Sono il detenuto numero 234". La voce è quella di Davide Pecorelli che chiama dal carcere 313 di Tirana dove si trova rinchiuso da quasi tre mesi. L’ex arbitro e imprenditore di San Giustino può contattare quotidianamente i familiari (moglie, i 4 figli e il padre) e anche gli amici. "Ho deciso di interrompere lo sciopero della fame dopo due settimane – continua – Sono dimagrito 6 chili". L’altro ieri la Corte d’Appello albanese ha finalmente depositato le motivazioni della sentenza di condanna, permettendogli così di poter presentare ricorso in Cassazione.

"Fino ad ora sono stato impossibilitato, insieme ai miei legali italiani e albanesi, di presentare appello, a causa dell’assenza delle motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Scutari": in primo grado Pecorelli è stato condannato a 4 anni di reclusione per frode, incendio doloso e attraversamento illegale del confine di Stato.

L’interessamento dell’associazione albanese "Avvocati del Popolo" ha rappresentato un altro punto di svolta. L’organizzazione ha infatti inviato una raccomandata ufficiale alla Corte d’Appello sollecitando la pubblicazione degli atti, avvenuta finalmente il 31 luglio.

"Adesso potrò formalizzare il ricorso in Cassazione: l’obiettivo è quello di ottenere una misura cautelare meno restrittiva in attesa del processo di secondo grado, già fissato per il 18 settembre". Davide ha raccontato pure di avere ottimi rapporti con gli altri detenuti. "Mi trattano bene, tutte le sere preparo la pasta per loro: cerchiamo di sopravvivere, ma le condizioni sono estreme".

Fabrizio Paladino