AREZZO
Cronaca

Pecorelli verso il giudizio finale. Fissato a giugno l’Appello decisivo

L’imprenditore tifernate ed ex arbitro della sezione di Arezzo spera in una riduzione della pena di 4 anni per chiedere di scontarla in Italia. In Albania non esiste il terzo grado. La visita della moglie.

Davide Pecorelli, 49 anni, si trova in carcere a Tirana dallo scorso 8 maggio

Davide Pecorelli, 49 anni, si trova in carcere a Tirana dallo scorso 8 maggio

di Fabrizio Paladino

ll 19 giugno potrebbe essere una data cruciale per la vicenda giudiziaria di Davide Pecorelli, estradato da oltre due settimane in Albania e attualmente rinchiuso nel carcere di Tirana. Tra meno di un mese i giudici del Paese delle Aquile si riuniranno per l’appello (in Albania esistono due gradi di giudizio) e quindi stabilire se all’imprenditore ed ex arbitro di serie C della sezione verrà confermata o meno in maniera definitiva la condanna a 4 anni di galera. In questi giorni e comunque durante le prossime settimane – in attesa del verdetto dei giudici albanesi – gli avvocati difensori Andrea Castori e Massimo Brazzi, valuteranno le carte da giocare nell’ipotesi che venga meno l’aggravante della truffa con conseguente accorciamento di pena per poter avere ulteriori benefici.

In ogni caso sarà comunque presentata istanza per un obbligo di dimora in Albania oppure gli arresti domiciliari, visto che Pecorelli ha i suoceri che risiedono a Valona. Ma non solo, perchè i legali dell’ex arbitro hanno intenzione di coinvolgere nuovamente il ministro della giustizia Nordio per sottoporre a quest’ultimo la richiesta di poter scontare il periodo di pena in Italia con misure alternative rispetto al carcere. Il 49enne di San Giustino Umbro nei giorni scorsi ha ricevuto la visita della moglie che sicuramente lo ha rincuorato, vista anche la situazione familiare che ha in Italia. Oltre a quattro figli, di cui due minori, Pecorelli ha un padre novantenne e l’unico fratello entrambi disabili.

Rispetto al reato a lui contestato in Albania, la giustizia italiana – visti anche gli ottimi rapporti tra i due Paesi – potrebbe davvero trovare una soluzione nei confronti di questo cittadino italiano che, ricordiamolo, non ha commesso nulla di particolamente grave in quei mesi del 2021 dove ha inscenato la sua morte in territorio straniero. L’imprenditore aveva già chiesto ai propri legali di avanzare istanza per cambiare quanto prima struttura carceraria, viste le condizioni ambientali molto svantaggiose che ha trovato in questo pur breve periodo. Su questo gli stessi legali hanno ipotizzato di coinvolgere anche il Consolato italiano a Tirana proprio per far valere i diritti dell’ancora indagato.