di Sonia Fardelli
I gruccioni fanno il nido sulle rive dell’Arno e il Consorzio di bonifica ferma immediatamente i lavori di manutenzione per tutelare questa coloratissima specie migratoria. La scoperta di 60 nidi è stata fatta dai tecnici proprio in questi giorni. Completati gli interventi di ripristino della sezione di deflusso dell’Arno, nei tratti casentinesi di San Paolo, Orgi e Terrossola, le macchine del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno erano pronte a spostarsi a valle dell’abitato di Ponte a , dove il fiume presenta una vistosa erosione della sponda sinistra. Ma, inaspettatamente, l’ultima tranche di manutenzioni programmate sul fiume ha subito un improvviso stop. Nessun imprevisto tecnico: a bloccare temporaneamente l’intervento è stata la scoperta di una colonia di gruccioni, coloratissimi uccelli migratori protetti che, proprio in quel tratto dell’Arno, hanno trovato un habitat ideale per nidificare. Durante l’ultimo sopralluogo, effettuato prima dell’avvio dei lavori, i tecnici del Consorzio si sono infatti imbattuti in decine di nidi scavati dai gruccioni nella scarpata sabbiosa erosa. E’ stato immediatamente chiamato l’ornitologo Davide Ridente, che ha avviato un approfondito monitoraggio. "Nell’area in cui il Consorzio doveva intervenire è stata rilevata la presenza di una numerosa colonia di gruccioni, specie gregaria che depone le uova tra la metà di maggio e la fine di giugno – spiega Ridente – abbiamo individuato circa sessanta nidi, profondi fino a tre metri, in gran parte attivi. Sono stati inoltre osservati almeno 15 uccelli impegnati nella cura della prole". Da qui la decisione del Consorzio di stoppare i lavori fino al 20 agosto per consentire ai piccoli di gruccione di involarsi e lasciare in sicurezza i nidi. "Abbiamo subito fermato il cantiere – spiega l’ingegner Enrico Righeschi del settore Difesa Idrogeologica – uno stop temporaneo che non compromette la sicurezza idraulica del territorio, poiché i lavori saranno comunque conclusi entro i primi giorni di settembre, prima quindi delle piogge autunnali e dell’innalzamento dei livelli del fiume". "Anche in questo caso – ha sottolineato la presidente Serena Stefani – il Consorzio ha scelto di coniugare la prevenzione del rischio idraulico con la tutela della biodiversità. Riteniamo che questa sia la strada maestra per una gestione sostenibile del territorio. La direzione è stata tracciata con chiarezza anche dalle linee guida per la protezione dell’avifauna durante la manutenzione dei corsi d’acqua, fissate dal protocollo sottoscritto da Lipu con Anbi".