
Il presidente della Regione Giani insieme alla sindaca di Lucignano Roberta Casini, tra i probabili candidati nella lista del Pd
Lodo Ceccarelli e sindaci in lista. Temi sul tavolo della direzione provinciale Pd convocata ieri sera dalla segretaria Barbara Croci dopo il vertice regionale. Liste e deroghe, "croce e delizia" dem nella fase più concitata della campagna elettorale, anche perchè per completare il puzzle mancano ancora diverse caselle. Anzitutto il "caso" Ceccarelli che tiene in stand by la corsa per la Regione ma pure l’opzione candidatura a sindaco, nel 2026. Nel quartier generale di piazza Sant’Agostino si ragiona sui "venti" fiorentini che darebbero ormai per "archiviata" la deroga alla ricandidatura: sarebbe l’orientamento del leader toscano Emiliano Fossi alle prese col pressing di altri maggiorenti arrivati "al tetto" dei mandati (tra giunta e consiglio regionale) e l’assegnazione di tre (ma si parla pure di cinque) deroghe. Nel novero, avrebbero la priorità gli assessori Bezzini, Marras, Nardini e l’attuale presidente dell’assemblea toscana Antonio Mazzeo. Punto sul quale, a quanto filtra, ieri sera la direzione dem avrebbe rilanciato. Come? Avanzando uno schema "bilanciato" tra regionali e comunali da consegnare al governatore Giani e a Fossi. Una sorta di mediazione, un punto di equilibrio sul quale chiudere. L’idea è questa: valorizzare lo standing politico e l’esperienza pluriennale di Ceccarelli nelle istituzioni, nel nuovo assetto della giunta toscana (se le urne premieranno il presidente uscente), come assessore esterno. Il punto di caduta del "sacrificio" per l’eventuale non ricandidatura, sarebbe il via libera di Ceccarelli (finora piuttosto recalcitrante) alla corsa per Palazzo Cavallo, tra un anno. Non solo: se lo schema fosse "validato" dai vertici regionali del Pd e dal governatore Giani, Arezzo riacquisirebbe un ruolo centrale nel panorama regionale e nei rapporti di forza con le altre province. Un ruolo che i dem aretini rivendicano da tempo. Schema che, a ben guardare, fortificherebbe la battaglia per la conquista del Comune, nella non facile disputa col centrodestra. Uno schema sostenuto dalla maggioranza del partito, ed emerso con vigore nella riunione degli schleiniani preliminare al vertice di ieri.
Altro punto al centro del dibattito riguarda un tema molto sentito sul territorio: le candidature dei sindaci. Secondo il regolamento tutti possono correre ma il punto centrale è l’opportunità. E qui si affermano due scuole di pensiero. C’è chi ritiene che il sindaco debba onorare fino in fondo il proprio mandato (opinione diffusa sopratutto tra i segretari delle unioni comunali valdarnesi) per evitare il rischio di riportare il comune al voto.
E c’è chi, invece guarda al risultato delle urne e pensa che si debba puntare su "campioni di preferenze" per drenare consenso dai territori e ottenere il miglior risultato possibile. Anche perchè l’obiettivo dem è far scattare il secondo seggio aretino, che attualmente le proiezioni danno in bilico. In pole position ci sono due sindaci molto popolari e apprezzati: Sergio Chienni da Terranuova e Roberta Casini da Lucignano. Ma bisognerà capire quale linea alla fine prevarrà nelle file dem. Il nome che avanza come capolista se Ceccarelli non dovesse essere ricandidato, è quello di Barbara Croci (schleiniana e fossiana della prima ora).
La riunione di ieri è servita anche per comporre la rosa dei nomi tenendo presente i criteri di riferimento: alternanza di genere, rappresentanza territoriale, capacità di raccogliere voti. Una rosa ampia, come indicato dalla segreteria regionale, con più di otto nomi messi nero su bianco. E sui quali, deciderà direttamente Fossi. Direttiva che ha scatenato non pochi maldipancia. Anche in terra di Arezzo.
Lucia Bigozzi