
Oggi il gran finale della fiera del Mestolo
Si aggirano con gli ombrelli aperti tra le olive pugliesi e i salamini di Norcia. Piove come se non avesse mai piovuto prima ma lo zoccolo duro dei consumatori non tradisce il mestolo neanche sotto la pioggia battente. "Eroi", certo, che non riparano i bilanci scardinati dalle gocce grosse come bicchieri. Ma confermano il legame antico tra una città e questo mercato in parte superato dal tempo. Giri e trovi perfino ancora il mondo dei ricambi da cucina: con i cassettini marca per marca, come ci fosse la febbre della riparazione. E per chi dubita ecco lo stand che rimette a nuovo i paralumi, figli di una società meno consumistica di quella dove viviamo. Un clima di altri tempi, lì dove si continua a fare colazione con un panino gonfio di porchetta, da quella di Monte San Savino a quella di Norcia, i cui commercianti spaziano da qui al prossimo mercato internazionale. All’ingresso dell’Eden ci sono le voliere, con i bambini incollati alle gabbiette. E in via Margaritone, sul ramo che ha retto ai tagli, i mirabolanti test per i pelapatate o per i "magici" strumenti delle pulizie di Pasqua. Ma Pasqua è lontana, è ancora estate sia pur gonfia di pioggia. Una pioggia che ha messo del suo a riempire gli stand. Ad esempio la messe di funghi, spuntati dappertutto e qui serviti soprattutto fritti, proprio come i carciofi. Costano più di un abito completo. Perché tra i mestoli, tornati in forze rispetto ai tempi peggiori e venduti dai 3 euro in su, ti rifai il guardaroba con meno di 10 euro. La parola d’ordine non è neanche saldi, che in effetti non darebbe l’idea davanti ai cappotti a 29 euro, ma "fine serie". Appena un velo di cipolla per dare un senso ai prezzi stracciati dappertutto: davanti alle 12 paia di calzettoni a dieci euro crollerebbe chiunque. E in effetti c’è chi compra, ieri sotto la pioggia e oggi forse sotto il sole, il grande assente di questa edizione. Chi viaggia sotto lo scudo dell’ombrello sarebbe quasi tentato di chiedere un ulteriore sconto: ma poi si ferma, sull’orlo del paradosso della città mercato.