GAIA PAPI
Cronaca

Così il cambio di passo . Maggi: "Più efficienza e benefici per i pazienti"

Il consigliere dell’Ordine dei Medici spiega la riforma che punta al ruolo unico "I cittadini avranno accesso a più fasce orarie per i servizi di primo livello". L’obiettivo è ridurre liste d’attesa "per una sanità più vicina e moderna".

Con il nuovo accordo i medici di base saranno. anche nelle Case di comunità

Con il nuovo accordo i medici di base saranno. anche nelle Case di comunità

di Gaia Papi

AREZZO

"Mettere insieme i professionisti, creare reti territoriali integrate e garantire la presenza costante di un medico vuol dire rendere la sanità più vicina e più moderna". Così Il dottor Luca Maggi, consigliere dell’ordine dei medici di Arezzo.

Dottor Maggi, partiamo dalle basi: cosa significa questo nuovo "ruolo unico"?

"Si tratta di una modalità del tutto nuova nell’organizzazione della medicina generale. Finora i medici erano suddivisi tra due tipologie: medici di medicina generale di assistenza primaria e della continuità assistenziale, ex guardia medica. Con il ruolo unico questa distinzione scompare: saremo tutti medici di medicina generale con un unico contratto, che prevederà un carico di lavoro pari a 1500 pazienti e un impegno settimanale di 38 ore, distribuite tra ambulatorio e attività sul territorio. Ci chiameremo Ruap, ruolo unico di assistenza primaria".

Quindi non solo visite nello studio medico tradizionale?

"Esatto. Il nuovo modello prevede che una parte dell’orario sia dedicata anche alle Case di Comunità, agli ospedali di comunità e ad altre attività organizzative sul territorio. Quindi i cittadini troveranno un medico anche in vari contesti sanitari, in orari più ampi rispetto a oggi. Questo garantisce maggiore continuità assistenziale".

Cosa cambierà concretamente per i pazienti?

"La novità più importante è che i cittadini avranno la possibilità di recarsi nelle case di comunità che saranno di due tipi: spoke (aperta 24h, 7 giorni su 7) e hub (aperta nelle 12 ore, più estensione 20-24), in cui i medici potranno avere accesso alla cartella clinica e dare risposte in tempi rapidi".

Il rapporto medico-paziente rischia di disperdersi?

"Il medico rimarrà, in più ci sarà la possibilità di esser visitati anche da altri colleghi che fanno parte della aggregazione funzionale territoriale (Aft), di cui di fanno parte circa 20 professionisti. Così, anche in casi di urgenza o indisponibilità, grazie ad un’attività di filtro, il paziente potrà rivolgersi a un medico che conosce il suo percorso sanitario. È un passo avanti rispetto all’attuale guardia medica, dove il paziente spesso si trovava davanti a un professionista mai visto prima".

Dal punto di vista dei servizi, cosa si potrà fare in più?

"Il ruolo unico e la nuova organizzazione ci permetteranno di gestire alcune prestazioni di primo livello direttamente sul territorio. Penso a esami come elettrocardiogrammi, ecografie di base o piccoli test diagnostici che potranno ridurre il ricorso agli specialisti, accorciando così le liste d’attesa. È un obiettivo ambizioso ma fondamentale: portare più prestazioni vicino al cittadino".

E per i tempi? Quando vedremo queste novità operative?

"Il percorso organizzativo è già partito. A livello regionale è stato firmato l’accordo, ora tocca alle singole aziende sanitarie definire gli assetti locali. Parliamo di accordi zonali che terranno conto delle esigenze di ogni distretto. Realisticamente, molte delle novità entreranno a regime dal 2026, anche in relazione al completamento delle strutture fisiche delle Case di Comunità". C’è chi teme più burocrazia per i medici. Lei come la vede?

"Spero avvenga l’opposto. Questa riforma deve andare nella direzione di ridurre i carichi burocratici, che oggi spesso sottraggono tempo al lavoro clinico. I cittadini hanno bisogno di medici che visitino, che prendano in carico i pazienti, non di professionisti bloccati tra carte e procedure. La nostra richiesta, come categoria, è proprio quella di valorizzare il ruolo clinico".

Insomma, un cambio epocale per la sanità di base?

"Sì, spero che sia un passo in avanti importante. Ci sarà bisogno di tempo e organizzazione, certo, ma i cittadini potranno contare su un servizio più accessibile e su una presa in carico più completa".