
In alto a destra: Il questore Cristiano Tatarelli. Qui sopra con prefetto Di Nuzzo
Sfida la criminalità aretina con l’intelligenza artificiale. La lancia Cristiano Tatarelli nel suo primo giorno al timone della Questura. E fa già intendere di che pasta è fatto. Parola d’ordine: operatività, specie in una città in movimento come la nostra, tra il distretto orafo con la sua miriade di aziende spesso nel mirino dei banditi di turno - finora gli assalti raccontano di scorribande di professionisti - e il suo tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese.
Una città in movimento per la laboriosità degli aretini, per gli eventi e la molteplicità delle iniziative che ne accendono l’anima. La sta scoprendo questa città in movimento il questore Tatarelli che intanto ha incontrato a Palazzo del governo il prefetto Clemente Di Nuzzo e nel giro istituzionale che apre il suo mandato al vertice della questura, anche la vicesindaco Lucia Tanti a Palazzo Cavallo.
"Sono contento di essere qui, ho trovato una squadra di professionisti e dirigenti di altissimo livello, sto conoscendo la città poco a poco ma ne ho un’impressione molto positiva. E’ una città ricca di tesori d’arte e cultura, accogliente". Ma al di là di ciò che scoprirà vivendo Arezzo e le sue mille sfumatura, il questore ha già in mente il piano operativo che intende mettere a punto, in tempi rapidi, per potenziare la rete di protezione sulla città.
Come? "Questa città ha un sistema di telecamere e di videosorveglianza molto avanzato, oltre cinquecento occhi telematici accesi sui punti strategici. Ma per visionare le immagini, dopochè è accaduto un fatto su cui si aprono le indagini, dobbiamo impiegare tempo e personale. In pratica, per cinquecento telecamere dovremmo avere a disposizione cinquecento operatori che analizzano le immagini ogni giorno: tecnicamente impossibile".
E allora? Il questore Tatarelli ne ha già parlato con il sindaco Alessandro Ghinelli: l’idea è quella di "rafforzare la rete di videsorveglianza con l’intelligenza artificiale, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, comprese le università. In questo modo si possono velocizzare in maniera consistente i tempi sull’analisi delle immagini relative a targhe o persone sospette. Non solo: i dati che inseriamo, ad esempio su zone “calde” della città o soggetti sospetti, vengono elaborati in tempo reale e ancora prima di muoverci sappiamo qual è il quadro che avremo davanti". Insomma, i fatti quasi prima che accadano.
Escluso il riconoscimento facciale e tuttavia gli occhi telematici che incrociano l’innovazione dell’intelligenza artificiale saranno un ulteriore supporto per chi difende ogni giorno la sicurezza dei cittadini.
Il questore Tatarelli ha sperimentato l’applicazione a Campobasso e adesso "potremmo attivare questo sistema integrato già entro la fine dell’anno", è l’annuncio al debutto aretino. Una road map già tracciata: dentro si può leggere la volontà di procedere spediti al traguardo.