Sono quasi tremila i ragazzi e le ragazze della provincia di Arezzo che affronteranno l’esame di Stato, quel momento che, da sempre, rappresenta una sfida ma anche una occasione di crescita. Lorenzo Pierazzi, provveditore, che ci regala uno sguardo profondo e ricco di speranza sul percorso che attende i maturandi. "L’esame torna a essere quello ’classico’, quello concepito prima della pandemia ma con un valore aggiunto: l’introduzione di un percorso di competenze trasversali e orientamento, quel famoso "alternanza scuola-lavoro" che ora si traduce in un elaborato sulla cittadinanza attiva e solidale. È un modo per dire ai ragazzi: il mondo fuori dalla scuola vi aspetta, ed è importante che vi prepariate non solo con le conoscenze, ma con la consapevolezza civica". Un consiglio: "Invece di buttarsi in ripassi forsennati, consiglierei ai ragazzi di concedersi un momento di calma e riflessione. L’ansia è naturale, ma è importante non farsi distrarre dai "toto traccia" o dai chiacchiericci, perché spesso sono illusioni". Con saggezza, ricorda che il vero segreto è dosare le energie e affrontare una prova per volta. Il cuore dell’esame, secondo Pierazzi, è il secondo test: "Quella che mette davvero alla prova le competenze specifiche, che varia a seconda degli indirizzi e delle caratteristiche di ogni istituto. Qui i ragazzi possono esprimere ciò che sanno fare, mostrando la preparazione pratica o tecnica, una cosa preziosa sia per chi proseguirà gli studi sia per chi entrerà subito nel mondo del lavoro".
E proprio sul lavoro si sofferma, sottolineando come il territorio abbia bisogno di giovani competenti, pronti a rispondere alle richieste di aziende sempre più specializzate. L’esame non è solo un rito accademico, ma un passaggio verso il futuro concreto. "Questa generazione ha vissuto un periodo difficile, segnato da isolamento e sacrifici. L’esame non è solo una prova di conoscenza, ma anche di controllo emotivo. Il mio augurio è che i ragazzi sappiano accogliere le emozioni positive che la scuola insegna, che riescano a godersi questo momento, nonostante la tensione. La maturità deve essere l’ultimo atto di un percorso di gioia nell’imparare e di crescita personale". Ricorda i legami che si formano tra studenti e insegnanti, quel rapporto speciale che rende il colloquio finale un momento carico di emozioni, di addii e gratitudine. "Spesso finiscono in lacrime, perché si lascia un capitolo importante della propria vita, ma è anche l’inizio di un viaggio nuovo, da affrontare con serenità e determinazione".
Poi un’immagine: "Ho visto volti, sorrisi e parole di tanti ragazzi e ragazze, specialmente quelli della Consulta studentesca, che incarnano lo spirito e l’anima della nostra scuola. Sono loro a farci capire quanto sia fondamentale rispondere alle loro aspettative e ai loro sogni".