ANDREA LORENTINI
Cronaca

Botte all’ex patron La Cava: avanti col processo

AREZZO Fu aggredito a Viterbo prima dei playoff: l’ex presidente dell’Arezzo Giorgio La Cava (nella foto) si è costituito parte civile...

AREZZO Fu aggredito a Viterbo prima dei playoff: l’ex presidente dell’Arezzo Giorgio La Cava (nella foto) si è costituito parte civile...

AREZZO Fu aggredito a Viterbo prima dei playoff: l’ex presidente dell’Arezzo Giorgio La Cava (nella foto) si è costituito parte civile...

AREZZO

Fu aggredito a Viterbo prima dei playoff: l’ex presidente dell’Arezzo Giorgio La Cava (nella foto) si è costituito parte civile nel processo penale che vede imputato l’ex vicepresidente della Viterbese Luciano Camilli. A sei anni di distanza dai fatti, l’ter giudiziario sta andando avanti. La vicenda, risale, infatti. al 22 maggio 2019 quando, nel pre partita di Viterbese-Arezzo dei playoff di serie C, l’allora patron amaranto La Cava venne aggredito alle spalle, da Camilli, mentre rientrava negli spogliatoi dopo essere andato a salutare i tifosi aretini nel settore ospiti. Secondo la ricostruzione Camilli lo colpì alla testa con un pugno, facendolo cadere a terra. La Cava riportò una ferita al capo e per lui si rese necessario il trasporto in ospedale con l’ambulanza, con dieci giorni di prognosi. Pochi giorni dopo il giudice sportivo inflisse cinque anni di squalifica e 30mila euro di ammenda al vicepresidente del club laziale (poi ridotta a un anno e 8 mesi con ammenda dimezzata). Nel corso della prima udienza, nel tribunale di Viterbo, davanti al giudice Rocchi sono stati sentiti due testimoni, ovvero il delegato provinciale della Figc Angelo Moracci e un ex arbitro federale di calcio, nessuno dei quali ha assistito ai fatti. Il processo proseguirà a ottobre, quando, oltre agli ultimi testimoni di La Cava, è previsto l’esame dell’imputato che potrà, se vorrà, fornire la sua versione al giudice. Va ricordato che l’allora patron della Viterbese Piero Camilli, noto per il suo carattere vulcanico e spesso sopra le righe, dopo la prima squalifica di cinque anni per il figlio Luciano da parte della giustizia sportiva, non porse nemmeno le scuse, ma attaccò lo stesso La Cava affermando come quella dell’ex presidente dell’Arezzo fosse stata tutta una montatura per cercare solo il suo momento di gloria. Camilli minacciò querela e poi annunciò di voler abbandonare il calcio. A smentirlo, però, il referto degli ispettori di Lega e del commissario di campo che descrivono nei dettagli l’aggressione nel tunnel.