
Franco Bernardini
Bibbiena (Arezzo), 3 agosto 2025 – Si è addormentato perso in una delle sue grandi passioni, la musica. Si è addormentato per sempre, come se tutto d’un colpo dovesse riposarsi al termine di una vita vissuta di corsa, su una vitalità quasi contagiosa. Franco Bernardini si è spento ieri a 77 anni nella sua Bibbiena. Per 40 anni era stato la guida della Baraclit, affiancando inizialmente Giuseppe Baracchi, per tutti Beppino, il padre della sua Silvana e insieme il pioniere di questo piccolo regno del cemento. Un regno tenuto orgogliosamente in Casentino, prima da Baracchi, poi dal genero e oggi dal figlio e nipote Luca. Sfidando tutte le difficoltà che può incontrare un’azienda del genere in una vallata dai collegamenti decisamente improbabili. Tanto che Franco e i suoi si erano inventati i tronchetti ferroviari: parte dall’azienda e si ricollega alla rete ferroviaria. Un’idea da Oscar del verde ma che ha pagato sempre i ritardi infrastrutturali generali: la mancanza di scali merci e quindi l’enorme difficoltà di capitalizzare quei tronchetti.
Qualche volta – ricordano – Franco era sbottato sull’impossibilità di andare avanti così in Casentino, scatenando le paure della vallata: ma al di là di una struttura satellite a Brescia, Bibbiena era sempre rimasta la loro culla. Romano, brillante laureato in statistica, aveva incrociato perfettamente le esigenze e la sensibilità di Giuseppe Baracchi (tutto era nato da una domanda, "Perché non vieni a lavorare con noi?").
Quarant’anni alla guida, prima di cedere il testimone nel 2018 al figlio Luca, ma con un’attività associativa che andava anche oltre la Baraclit. Capitalizzando la facilità nei rapporti umani, Bernardini aveva scalato i vertici di Confindustria, non solo a livello provinciale: era diventato presidente regionale e poi era entrato nel consiglio nazionale della categoria, una di quelle che contano e pesano a livello nazionale. Condividendo con la moglie Silvana e con la famiglia il progetto della Fondazione Baracchi: un’avventura iniziata con un concerto storico, era il 3 luglio del 1996, di Franco Battiato sul Quadrante della Verna e poi portando in Casentino fior di personaggi. Qualche esempio? Angelo Branduardi, Antonella Ruggiero, Vincenzo Cerami, Erri de Luca, Lella Costa, Marco Tullio Giordana, grandi figure della politica e imprenditori illuminati come Brunello Cucinelli. E l’incrocio con esperienze che avrebbero aiutato a cresere, dalla Cittadella della Pace a Rondine alla Comunità di Romena. Proprio a Rondine Beppino Baracchi aveva realizzato la scultura in ferro che vede incrociarsi le rondini al vento, ancorata alle rocce della Verna, Camaldoli e dell’Arno. Disegnando lo scenario non solo della sua vita ma di tutta la sua famiglia: compresa quella di Franco, spentasi ieri all’improvviso.