ISABELLA PIACERI
Cronaca

Voci, ricordi e nostalgia. I mille volti della città: "Contro tempo e mode"

Le memorie degli abitanti raccontano un luogo che resiste al cambiamento. Incontri, aneddoti e segreti svelano la vera anima di Camaiore.

Una foto d’epoca ritrae la vera anima di Camaiore, che resiste al tempo

Una foto d’epoca ritrae la vera anima di Camaiore, che resiste al tempo

Le voci popolari di Camaiore: tante storie di amici, segreti della città e dei borghi che impazzano sui social e diventano quadri quotidiani della nostra storia. Aldo Marchi, Giacomo Bruciani, Angelo Benedetti, Nilo Ratti, Lucia Marsili e non solo: tutte voci di curiosità, di "inciuci" e piccoli segreti del passato di una Camaiore che non cambia e, in fondo, resta un paesone genuino. Camaioresi sette facce? "Siamo gente vera, lavoratrice e un po’ bigotta": il coro degli scrittori nostrani risponde all’unisono. Eppure tutti dicono che il fascino di Camaiore è proprio quello, non essersi evoluta più di tanto verso una colonia di forestieri e mode.

"Se c’è una cosa che mi è rimasta in gola è quella di non aver imparato ad andare a cavallo, cosa che mi è sempre piaciuta fin da piccolo e non ho mai messo in pratica". Così il geometra Marchi parla del suo passato, elenca progetti, trucchi urbanistici, illustra in post la vita di Duncan, fotografo di Picasso, di Murabito a Casoli, degli ‘zingari, il gruppo di amici anni ‘70 in giro per merende e Apuane piccanti e nostalgiche.

Lucia Marsili racconta del maestro tappetaro Gerio, suo padre, grande visionario della segatura e dell’insegnamento e dei polli cucinati nei giorni della nascita dei suoi fratelli, della casa in centro, poesie pure. Ma non sono solo gli anziani a mantenere viva la tradizione di Camaiore. Giacomo Bruciani, giovane trentenne, è un esempio di come anche le nuove generazioni possano essere legate alle tradizioni del paese. Il suo amore smodato per le vecchie foto è la testimonianza di un legame profondo con il passato, un amore che lo ha spinto a creare il gruppo “Gli Amici di Montebello”, un’iniziativa che raccoglie memorie e tradizioni di un tempo che sembra non voler passare mai. Giacomo, come tanti altri giovani, riesce a dare nuova vita a ciò che sembrava ormai perduto, con il suo entusiasmo e la sua voglia di far conoscere la storia della sua città. Angelo Benedetti invece disegna con il pennarello i volti dei camaioresi più noti e li snocciola su Facebook e Nilo Ratti, ex Presidente della Misericordia, racconta in "Camaiore e i suoi paesi" immagini e brani tra Camaiore d’Altri Tempi e le Follie di ferragosto, paesaggi cittadini, monumenti e scorci.

Le voci e i mille volti di Camaiore ci insegnano che, pur tra incertezze e scelte sbagliate, ciò che conta è il legame con la propria terra, con la propria comunità e con le tradizioni che, come in un ciclo eterno, si tramandano di generazione in generazione.

"Eppure ho avuto tante opportunità che non ho saputo né voluto cogliere" chiude Marchi. Ma a chi di noi non è mai accaduto?

Isabella Piaceri