
Camaiore, la processione (foto Aldo Umicini)
Camaiore (Lucca), 23 giugno 2025 – Due gocce di pioggia calda, la nottata afosa e la magia che resiste: i tappeti di segatura brillano ancora sul selciato antico delle vie centrali e attraggono fedeli e turisti. Foto, video e commozione: il momento storico attuale rende più vicini questi simboli, tappeti semplici di segatura colorata, ispirati al Giubileo della Speranza, monito quanto mai vivo oggi, dove l’umanità è preda della guerra. Su questo insiste il priore, Monsignor Silvio Righi, spingendo nel sermone a condividere ciò che abbiamo come nella moltiplicazione dei pani e dei pesci, sia tanto o poco.
Poi la processione, dalla consueta piazza Diaz, con il Santissimo unico privilegiato che calpesta per primo la poesia di Ungaretti degli Infioratori, i nomi dei tappetari e delle persone morte a cui vanno le dediche degli artisti della segatura, le greche liberty, il sogno effimero baciato dal sole. Calpesta le opere che hanno rischiato a momenti, nella lunga notte di sabato, un annunciato temporale: i quadri di Galileo Chini, la maternità di Marta Livi, di Tommasi Ferroni, di Pietro Paladini con le Larve di dolore, titolo ora mai più indicato, su sfondo arcobaleno, di Eugenio Riotto con i due amanti rossi che si abbracciano, di Enrico Marchetti. Frasi come ‘La speranza non confonde’ ‘ Divini orbis’ e idee di tanti altri artisti del posto riprodotti al centro di ogni tappeto, i ragazzi delle medie Pistelli che superano i maestri, gli Scout, il gruppo novello ispirato al sorriso di Loretta e le altre, tutti come sublime celebrazione dell’arte nell’arte.
Non c’è un premio né una gara, ma ogni anno la notte prima del Corpus Domini sa incantare ansia e passione. Sabato, al tramonto, il cielo faceva scherzi di un grigiore preoccupante e raffiche di vento fresco alternate a caldo ed umidità: alle 20 ancora pochi schizzi sulle strade, ma tantissima gente stretta alle transenne, curiosa di assistere alla nascita del tappeto tra stacci, stampi e tecniche nuove. Piano piano la Torre di Babele di voci insieme a quella dipinta in una delle creazioni per terra hanno preso forma: “Un po’ di rosso qua e di giallo ….Passami lo stampo…”. Le ore sono scandite da incitazioni sempre più fioche, qualcuno interrompe con una speghettata nelle case del centro storico come quella del compianto tappetaro Pierangelo Brocchini, dove la moglie con altre donne aspetta ligia, a tarda notte, col sugo pronto e l’acqua che bolle, per sfamare i maestri stanchi.
E il mistero si ripete: alle 11 di domenica la segatura vola già, restano minime tracce, come rimpianti chiusi in un cassetto.