
Renato Gérard, poeta del cuore, ha al suo attivo una decina di libri: riesce a declinare l’arte in linguaggi differenti
A 8 anni ha imparato a scuonare la fisarmonica, negli anni Sessanta, anni di fermento musicale e anni in cui la Bussola era un palcoscenico molto ambito, anni gloriosi per Viareggio con Egito Malfatti, si è avvicinato alla musica, e poi a cinquant’anni la svolta con la poesia, la pittura, con l’arte declinata in linguaggi diversi, linguaggi che parlano alla società e agli uomini: Renato Gèrard, poeta viareggino, scrittore, il 21 settembre festeggerà un compleanno importante: quattro volte 20 anni, ma l’animo resta quello di quel bambino di 8 anni che ha imparato a suonare la fisarmonica con Ida Neukusler. Renato Gérard ha presentato il suo ultimo libro di poesie "Il Canzoniere Scordato", edizioni L’Ancora alla Biblioteca di Quartiere Cricolo Il Fienile scorre l’album dei ricordi con la Nazione.
Cosa è per lei la poesia e cosa vuole trasmettere con i suoi versi?
"La poesia è emozione, i versi sono sentimenti. La poesia è riflessione".
Perché oggi è importante la poesia?
"In un mondo che va di fretta come è il mondo in cui viviamo: mi sembra importante saper guardare le piccole cose. Fermarsi un attimo. La poesia ci consente di farlo".
Negli anni Sessanta cantava e scriveva canzoni che legame c’è tra musica e poesia?
"Una relazione stretta. La poesia e figlia della musica: entrambe trasmettono emozioni, stati d’animo. Le canzoni sono vere e proprie poesie in musica".
Quado scrive?
"Quando mi capita, quando mi viene una frase, un’idea"
E’ nato in Garfagnana, ma si sente viareggino?
"Sono nato a Cerretoli, ma sono arrivato a Viareggio in fasce, mio nonno Renato "Gino" Gérard, anarchico, che non ho mai conosciuto riposa nel cimitero di Viareggio".
Se tornasse indietro farebbe lo stesso percorso di vita?
"Certo ho lavorato nel settore ittico, ho fatto musuica ho avuto la possibilità di conoscere grandi nomi della canzone italiana"
Un sogno nel cassetto?
"Mi piacerebbe lasciare qualcosa, qualcosa che resti: decideranno i miei nipoti: penso a una fondazione. Quando si semina sarebbe bello donare i frutti".
Quali sono i luoghi che ama di più di Viareggio?
"La Bottega Nova come era in passato, la Darsena. E come se fossi nato qua".
Crede in Dio?
"Certo".
Se pensa al percorso che ha fatto ci sono persone a cui si sente di dire grazie?
"Sono tante e per motivi diversi, penso a Ida Neukusler a Egisto Malfatti e altre ancora come mia nonna Serafina, i miei lettori".
Maria Nudi