"Valuterò se andare avanti: non potrei mai perdonarmi se succedesse una disgrazia". Parole dure quelle di Stefano Maffei, concessionario del "Kevin beach", la spiaggia libera di Motrone, dopo il caos scoppiato la notte di Ferragosto. Non solo le attrezzature spaccate e i rifiuti ovunque: Maffei racconta di risse a ripetizione e di una situazione semplicemente ingestibile.
"Siamo andati in spiaggia alle 3 di notte – spiega – perché un’orda di ragazzini oltre ad aver invaso la spiaggia con bottiglie di alcolici ha anche spaccato lettini e ombrelloni, e piazzato tende in cui dormire. La cosa peggiore è che erano fuori controllo, ubriachi e si rincorrevano con i pali degli ombrelloni dando il via a continue risse. Eravamo appostati al bar, lato lungomare, dove sono arrivati ragazzini con occhi neri o in lacrime. Abbiamo anche chiamato i carabinieri, ma di fronte a quei giovani che si stavano pestando più di tanto non potevano fare". Scene che Maffei ritiene talmente scioccanti da mettere in dubbio la prosecuzione del contratto di concessione stipulato con il Comune. "I danni economici sono secondari, seppur esistenti – prosegue – ma la vera sensazione è di essere arrivati alla frutta. Le istituzioni e le autorità non ci tutelano, all’indomani del 15 nessuno ci ha chiamato per un po’ di conforto, e mi chiedo dove siano i genitori di questi giovani. Siamo stati lasciati soli in una notte spaventosa, con 150-200 ragazzi ubriachi che si pestavano, eppure non possiamo chiudere il passo a mare. Gli altri stabilimenti hanno cancelli automatici, ringhiere, staccionate e bodyguard, mentre alla spiaggia libera ci si può ubriacare e spaccare tutto. L’ho presa in concessione perché ci si sente a casa e amo il mare, ma la notte voglio andare a dormire tranquillo, senza avere sulla coscienza un ragazzino pestato. Valuterò se proseguire".
Daniele Masseglia